Pieve di Cadore diede i natali al grande pittore rinascimentale Tiziano Vecellio tra il 1488 e il 1490 (la data non è certa).
Nella capoluogo cadorino ancora esiste la residenza familiare dell'artista ed è probabilmente l'attrazione turistica e culturale più visitata dai turisti.
Nella capoluogo cadorino ancora esiste la residenza familiare dell'artista ed è probabilmente l'attrazione turistica e culturale più visitata dai turisti.
La famiglia del Tiziano godeva di un certo benessere giacché tra i suoi componenti annoverava personalità di spicco della società locale (notai, commercianti di legname, amministratori locali).
Tra queste mura, Gregorio Vecellio e sua moglie Lucia, a cavallo tra Quattro e Cinquecento, diedero alla luce due maschi (Tiziano e Francesco) e tre femmine (Orsola, Caterina e Dorotea). Il fratello Francesco ebbe una vita molto interessante: militare sotto l'esercito della Serenissima prima e commerciante di legname poi, divenne anch'egli uno stimato pittore del rinascimento cadorino.
Tra le mura di questo edificio Tiziano mosse i suoi primi passi e molto presto, con il fratello, partì per Venezia per apprendere i segreti dell'arte della pittura.
La vita e il fermento culturale e artistico della città lagunare affascinarono il giovane Tiziano che vi si stabilì in pianta stabile mentre Francesco rientrò in Cadore per abitare stabilmente la casa di famiglia. Tuttavia Tiziano ritornava saltuariamente in Cadore per curare i propri interessi.
Alla morte del fratello, il Pittore ereditò la casa che, con tutta probabilità rimase disabitata e frequentata saltuariamente dei figli Orazio e Pomponio e dal nipote Marco Vecellio quando, tra il 1566 e il 1568, affrescò il coro della Chiesa Arcidiaconale di Santa Maria di Pieve su cartoni realizzati dallo stesso Tiziano.
Alla scomparsa dell'artista, la casa venne ereditata dal figlio Pomponio che aveva abbracciato la carriera ecclesiastica; dopo poco l'edificio fu venduto a un certo Giovanni de Cesco cui seguirono altri cambi di proprietà. Nel XVIII Sec. fu costruito un avancorpo che snaturò l'aspetto originario dell'edificio.
Con Regio Decreto del 17 dicembre 1922, la casa di Tiziano fu dichiarata Monumento Nazionale e successivamente, nel 1926, acquistata dalla Magnifica Comunità del Cadore.
Nel 1928 si procedette al restauro con l'abbattimento dell'avancorpo; l'intervento riportò alla luce l'aspetto originario della costruzione con le antiche porte e finestre dalle dimensioni ridotte tipiche del tempo in cui fu costruita la casa. Il 7 agosto 1932 la residenza di Tiziano fu inaugurata e da allora accoglie studiosi, appassionati d'arte e turisti.
L'edificio, raro caso di dimora di un pittore rinascimentale giunta fino a noi praticamente integra, è stato realizzato in muratura su due piani coperto da un tetto a due falde rivestito con standole in larice. La planimetria è irregolare. Al piano terra, dopo il banco della biglietteria, il visitatore viene accolto da un grande ambiente con pavimento in legno a tronchetti esagonali ove fanno bella mostra documenti relativi alla residenza e al pittore; l'attenzione viene catturata soprattutto dalla riproduzione in scala 1:11 del monumento commemorativo a Tiziano che si trova nella chiesa dei Frari a Venezia.
Al piano superiore si accede per una ripida scala in legno esterna
che, tramite il ballatoio caratteristico delle case cadorine antiche,
da accesso ai vani dove il Pittore trascorse la sua infanzia e i soggiorni a Pieve quando lasciava Venezia per curare i suoi interessi. Probabilmente, nei lunghi inverni, trovava calore e conforto in cucina accanto al Foghèr, caratteristico focolare centrale sormontato da una grande cappa che riscaldava la cucina, cuore di tutte le attività domestiche durante la stagione fredda.
Confortevole risulta la stua, locale rivestito in legno con soffitto a cassettoni ove probabilmente Gregorio, padre di Tiziano, curava i suoi interessi. Completano il piano le due camere da letto.
che, tramite il ballatoio caratteristico delle case cadorine antiche,
da accesso ai vani dove il Pittore trascorse la sua infanzia e i soggiorni a Pieve quando lasciava Venezia per curare i suoi interessi. Probabilmente, nei lunghi inverni, trovava calore e conforto in cucina accanto al Foghèr, caratteristico focolare centrale sormontato da una grande cappa che riscaldava la cucina, cuore di tutte le attività domestiche durante la stagione fredda.
Confortevole risulta la stua, locale rivestito in legno con soffitto a cassettoni ove probabilmente Gregorio, padre di Tiziano, curava i suoi interessi. Completano il piano le due camere da letto.
Terminata la visita, possiamo arricchire il "tour tizianesco" recandoci presso la vicina Chiesa Arcidiaconale di Santa Maria Nascente ove è custodita l'unica opera di Tiziano presente in Cadore di cui ho avuto modo di scrivere in un precedente post. Infine, nell'attigua e omonima piazza possiamo ammirare la bella scultura dedicata a Tiziano che veglia su Pieve di Cadore.
Un caro saluto.
Fonti consultate: Magnifica Comunità del Cadore.
Fonti consultate: Magnifica Comunità del Cadore.
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