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Lettori fissi

Un piccolo diario che ha come filo conduttore il mio amore per la montagna e per i viaggi in genere... ma anche pensieri e riflessioni su quello che mi circonda perché il vero esploratore è colui che non ha paura di spogliarsi delle ipocrisie e aprirsi all'ignoto.

martedì 30 marzo 2021

Bardolino

Stiamo continuando la nostra breve vacanza sul Lago di Garda. Provenendo da Torri del Benaco, ci dirigiamo verso sud alla volta di Bardolino, paese dedito alla coltura dell'olivo e della vite.
Il clima è mite e, dopo un inverno particolarmente difficile, ci godiamo la corsa con il nastro d'asfalto che scorre sotto le ruote della nostra auto e splendidi scorci sul placido lago alla nostra destra.
Entriamo nel grande anfiteatro morenico del Garda con dolci colline che digradano verso il lago.
In breve giungiamo a Bardolino e lasciamo l'auto a nord del paese in un comodo parcheggio, gratuito in bassa stagione.
Ci dirigiamo verso il lungolago;
sarà che siamo attorno a mezzogiorno ma qui troviamo animazione senza, tuttavia, assembramenti.
Il nome Bardolino trae l'origine da Bardali, figlia del Re Aulete, fondatore di Mantova, in un'epoca in cui il territorio fu teatro di violente dominazioni germaniche. Tuttavia la zona era frequentata già dal III millennio a.C. da popolazioni palafitticole. In seguito anche i Romani apprezzarono il clima mite di questi luoghi. 
Tra il XI e il X secolo, Bardolino, come tutti i paesi rivieraschi, cominciò a dotarsi di mura e castello per contrastare le invasioni degli Ungari; con gli Scaligeri le fortificazioni furono rafforzate e ampliate fino a racchiudere l'intero borgo. Oggi rimangono poche vestigia di questo sistema di difesa come, ad esempio, una vetusta torre merlata e pendente prospiciente la darsena.
Durante la nostra passeggiata abbiamo modo di notare la conformazione a pettine tipica di un villaggio di pescatori, in cui le case, poste in successione a partire dalla spiaggia, e le vie, perpendicolari al litorale, agevolano il trasporto delle barche sulla terraferma. 
Lasciamo temporaneamente la riva del lago e ci inoltriamo nel centro storico;
immagino che in estate ci sia un vivace passeggio nelle caratteristiche vie con allegri bar, locali e eleganti negozi aperti fino a tardi.
Ritorniamo verso il lago per un aperitivo per poi ripercorrere il bel lungolago.
Le variopinte imbarcazioni si dondolano pigramente al sicuro nel piccolo porto.
Il sole ci scalda il cuore e vaghiamo senza meta lasciandoci trasportare dalle nostra gambe.
Anche un germano reale sembra apprezzare questa magnifica giornata.
Pregevoli edifici si affacciano sul lungolago e contribuiscono a dare signorilità a questa cittadina.
Il tempo a nostra disposizione si sta esaurendo. Rientriamo verso la nostra auto.
Con la visita di Bardolino abbiamo esaurito i nostri tre giorni sulla costa veronese del Lago di Garda. Ci ripromettiamo di tornarci presto non appena le misure anti-covid potranno essere allentate.
Un caro saluto.

giovedì 18 marzo 2021

Torri del Benaco

Una bella giornata di marzo con il sole che scalda anche il cuore; decidiamo di percorrere la Gardesana orientale da Malcesine verso sud senza una meta precisa. Giungiamo in breve a Torri del Benaco con il suo caratteristico castello merlato. Decidiamo di dedicare mezza giornata alla visita di questo borgo incastonato tra il Lago di Garda e la montagna, dal clima e vegetazione tipicamente mediterranei.
Parcheggiamo proprio vicino alle mura della fortezza scaligera dove troviamo un comodo parcheggio gratuito durante la bassa stagione.
Ci troviamo a pochi metri dal lungolago ma l'attenzione al momento è tutta attratta dalla mole del castello illuminata dal sole del mattino.
Ai suoi piedi notiamo la bella serra settecentesca tuttora in attività dove vengono coltivate splendide piante di limoni e aranci.
Il maniero ancora oggi difende l'ingresso della darsena ed è un magnifico esempio di architettura militare.
Con l'avvento degli Scaligeri a Verona, il porto fu fortificato e nel 1383, su fondamenta molto più antiche, fu edificato il castello da Antonio Della Scala.
In breve divenne una delle strutture difensive più importanti di tutto il Garda. Purtroppo non possiamo visitarlo per i provvedimenti anti covid ma anche la sola vista dall'esterno merita una gita; ci ripromettiamo di ritornarci per colmare questa lacuna.
Il castello ora è utilizzato come contenitore culturale; ospita un interessante museo etnografico con un settore dedicato alla pesca che ricostruisce ambienti naturali e mostra gli attrezzi che i vecchi pescatori utilizzavano nella vita quotidiana. Un altro settore è dedicato all'antica produzione dell'olio di oliva e un'altro alle incisioni rupestri che sono state trovate nell'entroterra. 
Ora percorriamo il bellissimo lungolago 
e ci dirigiamo verso il pittoresco porticciolo anticipato da un significativo e commovente monumento in bronzo all'Alpino. 
Le immagini valgono più di ogni parola.
Ci affacciamo sul piccolo porto.
Colorate imbarcazioni si cullano dolcemente nella darsena
attorniata da antiche case veneziane
e dal Palazzo della Gardesana eretto nel 1452 e divenuto sede del Capitano del Lago; attualmente trasformato in albergo con spettacolare terrazza affacciata sul porto.
Pigramente ci inoltriamo fra le caratteristiche viuzze della cittadina; c'è pochissima gente in giro e questo ci fa apprezzare ancor di più questa passeggiata.
Arriviamo fino alla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo del XVIII Sec.
L'antistante piazza, inondata dal sole,
ci spinge verso il lungolago che adesso percorriamo verso nord fino ad arrivare alla Baia dei Pini
con il monumento ai Caduti del Mare istallato direttamente sul lago con lo splendido sfondo del monte Pizzocolo. 
Ritorniamo verso l'auto e concludiamo la visita a Torri del Benaco ripercorrendo tutta la riviera di questa assolata cittadina in senso inverso.
Un caro saluto.

domenica 14 marzo 2021

Malcesine

Approfittando di un breve periodo di pausa dagli impegni personali, sono tornato sul Lago di Garda. A causa dei provvedimenti legati al Coronavirus ho limitato i movimenti alla sponda veneta del lago che, comunque, conoscevo solo di sfuggita. 
Il tempo è discreto per cui, insieme a Elena, lascio il Cadore alla volta della provincia di Verona.
Abbiamo stabilito la base presso l'Hotel Lago di Garda di Malcesine; un grazioso e confortevole alberghetto in pieno centro con comodo parcheggio pubblico (gratuito in bassa stagione) nelle immediate vicinanze.
Le camere all'ultimo piano hanno una bella vista sul Monte Baldo o sull'azzurro del lago.
Sistemati i pochi bagagli che avevamo al seguito, andiamo alla scoperta di questa pittoresca cittadina rivierasca.
Siamo in pieno centro storico, scendiamo verso le rive del Garda alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti e ci imbattiamo nel Ristorante Italia con una bellissima veranda protetta da vetri direttamente sul lago; il menù è orientato verso la clientela proveniente dal mondo germanofono tuttavia abbiamo trovato modo di apprezzare alcuni piatti davvero ben fatti; la vista sulla sponda opposta del Garda è splendida.
Al termine usciamo dal locale e facciamo il punto della situazione. Malcesine è un angolo incantato che, in passato, affascinò Goethe, Klimt e Kafka. Da allora i vicoli medioevali, il lungolago vivacizzato nella stagione estiva da ristoranti e negozi, le spiagge delle amene frazioni di Cassone e Navene, sono tra i luoghi più frequentati del Lago di Garda.
Forse il simbolo più conosciuto è il castello Scaligero che, abbarbicato sulla rocca, vigila da secoli sui tetti di Malcesine.
Ci dirigiamo, quindi, verso la fortezza; imbocchiamo una delle caratteristiche stradine acciottolate che, attraversando il centro storico, ci portano verso il castello. 
Le antiche mura, i viottoli, gli archi in pietra,
le rocce affioranti dal selciato, tutto parla della sua storia antica, racchiusa e protetta dai bastioni del maniero che ospita i musei di storia naturale del Baldo e del Garda. 
In breve siamo sotto le sue imponenti mura;
non possiamo purtroppo visitarlo per le disposizioni anti pandemia ma la sola vista di queste antiche pietre suscita meraviglia e rispetto.
Il castello Scaligero, in realtà insediamento longobardo di epoca più remota, regala scorci panoramici indimenticabili. 
La vista emozionante sul lago e sull'abitato che si ha dalla torre più alta, visitata oltre vent'anni fa, vale i molto gradini su cui bisogna arrampicarsi. Nelle giornate limpide si spazia da Riva del Garda alla rocca di Manerba. 
Ci ripromettiamo di ritornare per avere l'occasione di visitarlo.
Bighelloniamo senza meta tra le silenti stradine del centro storico
e scendiamo verso il lago dove scopriamo scorci di una bellezza commovente,
solitari approdi sul lago,
accessi impervi.
Il sole che tramonta ci regala cromie e atmosfere di un romanticismo unico.
Capisco il motivo per il quale i Tedeschi si sono innamorati di questi posti e li frequentano da oltre due secoli.
In lontananza l'Isola dell'Olivo si accende come in un miraggio sahariano.
Con questa luce soffusa ci aggiriamo sul lungolago sospesi in un'atmosfera rarefatta.
Lo specchio d'acqua stranamente non è solcato dai vaporetti che collegano le varie località rivierasche; i provvedimenti governativi per combattere il Covid hanno svuotato le strade e le acque. 
Pur essendo ancora lontani dall'ora del coprifuoco, ci sentiamo in qualche modo colpevoli ad essere gli unici fruitori di questa magnifica serata.
La temperatura si abbassa sensibilmente per cui rientriamo in albergo.
Il giorno dopo facciamo una bella passeggiata sulle spiagge a nord di Malcesine
per avere una vista del castello dal lago.
Certo che doveva incutere un certo timore a eventuali malintenzionati.
Immagino quanta vita ci sia l'estate lungo queste sponde su cui si frangono pigramente le onde del Garda.
Panchine opportunamente sistemate sulle sponde ci consentono di fare il pieno di colori ed energia.
La nostra visita a questo romantico borgo si conclude qui. 
Andremo alla scoperta di altri paesini sulla sponda veronese del nostro amato Garda.
Un caro saluto.