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Lettori fissi

Un piccolo diario che ha come filo conduttore il mio amore per la montagna e per i viaggi in genere... ma anche pensieri e riflessioni su quello che mi circonda perché il vero esploratore è colui che non ha paura di spogliarsi delle ipocrisie e aprirsi all'ignoto.

venerdì 17 giugno 2022

Sorapiss

Il Sorapiss con il suo lago paradisiaco è divenuto nel tempo una sorta di icona per cui se non ci sei stato e non ti sei fatto un selfie non sei nessuno. 
Roberto Di Giorgio
Ogni estate in moltissimi si lamentano che sul sentiero di accesso ci sono troppi merenderos, rumorosi e ineducati. Avendo la fortuna di abitare a un tiro di schioppo da Cortina, avevo programmato di andare lassù in bassa stagione, in giornata infrasettimanale, per potermi godere in tranquillità questa meraviglia.
Le cose però non sono andate proprio così; un mio amico, proveniente da Trieste, che si è fermato in Cadore per un paio di settimane, mi ha chiesto di accompagnarlo nella salita. Le condizioni meteorologiche hanno fatto si che l'unica giornata soleggiata capitasse di sabato. Pensavo che, comunque, essendo all'inizio di giugno forse non avremmo trovato confusione. Mi sono illuso.
Siamo partiti di buon mattino alla volta di Cortina e giunti nel capoluogo ampezzano abbiamo preso per il Passo Tre Croci (1809 m) dove abbiamo parcheggiato l'auto nel primo ampio spazio incrociato a pochi metri del passo. C'erano pochissime macchine per cui, per un momento, ho sperato di poter fare un'escursione in splendido isolamento.
Una sorta di portale con indicazioni chiare ci invita a salire per il sentiero 215; questo è l'itinerario più breve e comodo per la nostra meta.
Roberto Di Giorgio
Dopo pochi minuti siamo al Passo Tre Croci e qui ci scoraggiamo perché l'intera zona è intasata di auto. Pazienza.
Proseguiamo sul sentiero 215 che inizialmente attraversa verdi pascoli,
Roberto Di Giorgio
aggirando a mezza costa le cime di Malquoira, e in seguito si inoltra in un bosco ombreggiato
Roberto Di Giorgio
fino ad attraversare un corso d'acqua con passaggio su rocce scivolose (prestare attenzione). 
Roberto Di Giorgio

Roberto Di Giorgio
Ogni tanto mi fermo a osservare il panorama. Il bosco ha lasciato spazio ai mughi.
Roberto Di Giorgio
Voltandomi indietro, noto in lontananza la sagoma inconfondibile delle Tre Cime di Lavaredo che avvicino zoomando con la mia fotocamera.
Roberto Di Giorgio
Fino ad ora il sentiero si è snodato ad una quota costante ma adesso si comincia a salire faticosamente su sentiero esposto al sole ma senza difficoltà.  Siamo circondati da molti altri escursionisti alcuni dei quali equipaggiati in maniera improbabile. 
Usciti dalla macchia continuiamo per il sentiero in parte tagliato nella roccia dello scosceso bastione della cima del Lèudo Est. Qui c'è il tratto più panoramico ed esposto del sentiero 215; vi si trovano alcune corde metalliche fisse e qualche scaletta in ferro che aiutano ad assicurare la progressione. 
Roberto Di Giorgio
Una sorta di cengia anch'essa con corda fissa è particolarmente esposta
Roberto Di Giorgio
ma piuttosto agevole da superare in quanto la sua larghezza permette il contemporaneo passaggio anche nell'altro senso di marcia (cosa che in altri tratti del sentiero meno esposti non sempre è possibile).
Roberto Di Giorgio
Proseguendo, sulla sinistra in alto, tra la vegetazione intravediamo la sagoma del Rifugio Vandelli.
Roberto Di Giorgio
Poco dopo arriviamo ad un bivio con un rinfrescante corso d'acqua che ruscella allegramente ai nostri piedi. A sinistra in breve arriviamo al Vandelli che però risulta ancora chiuso.
Roberto Di Giorgio
Il rifugio (www.rifugiovandelli.it) è proprietà della Sezione CAI di Venezia e sorge ad una quota di 1926 metri, conta su 43 posti letto ed è aperto generalmente dal 20 giugno al 20 settembre.
Ritorniamo brevemente sui nostri passi e proseguiamo sul sentiero 215 per poche decine di metri; all'improvviso ci troviamo davanti il celebre Lago di Sorapiss; una vera meraviglia dai colori incredibilmente vividi.
Roberto Di Giorgio
Per arrivare fin qui ci abbiamo messo due ore, senza tenere conto delle soste e abbiamo superato un dislivello complessivo di circa 400 metri.
Il lago, come una perla preziosa, è posto al centro del grande anfiteatro del circo settentrionale del Sorapiss che si apre verso Misurina; nelle sue acque si riflette la roccia appuntita del Dito di Dio.
Roberto Di Giorgio
Oltre alla fantastica cornice che circonda questa autentica perla, quello che colpisce è il meraviglioso color turchese delle acque del lago in questo periodo dell'anno particolarmente lattiginose.
Roberto Di Giorgio
In certi periodi dell'anno l'acqua risulta limpida, in altri (come ora) quando il deflusso di fusione del soprastante ghiacciaio intacca gli orizzonti limosi del terreno, l'acqua appare piacevolmente torbida e luminosa.
Roberto Di Giorgio
Derivando dai deflussi glaciali del Sorapiss, l'acqua ha una temperatura costantemente bassa.
Mi siedo a consumare un pasto frugale godendomi il sole d'alta quota e il fantastico colpo d'occhio.
Non posso fare a meno di osservare la gente che è arrivata quassù. Una folla balneare di cui anche io, in qualche modo, faccio parte; penso proprio che non verrò mai più qui nei fine settimana e in luglio e agosto.
Un ultima occhiata a questo fantastico lago 
Roberto Di Giorgio
ed è già ora di rientrare. 
Qualche consiglio per affrontare questa escursione. Occorre evitare i periodi di affollamento (quasi sempre). Sono raccomandate calzature robuste e passo fermo in quanto il sentiero presenta molti tratti accidentati. Se possibile evitate di salire dopo una giornata di pioggia in quanto ci sono alcuni passaggi su roccia che, se bagnata, risulta particolarmente sdrucciolevole. Non sottovalutate questa escursione; il giorno che siamo saliti al Sorapiss, l'elicottero del SUEM di Pieve di Cadore è intervenuto due volte per sgomberare una turista tedesca infortunatasi alla caviglia nei pressi delle scale metalliche e un pensionato con un principio di infarto nei pressi del rifugio Vandelli.
Un caro saluto.