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Lettori fissi

Un piccolo diario che ha come filo conduttore il mio amore per la montagna e per i viaggi in genere... ma anche pensieri e riflessioni su quello che mi circonda perché il vero esploratore è colui che non ha paura di spogliarsi delle ipocrisie e aprirsi all'ignoto.

mercoledì 20 luglio 2022

Alle sorgenti del Piave

In questa torrida estate ho atteso una tregua dal caldo per poter andare a visitare le Sorgenti del Piave. 
Il fiume sul quale si è fatta la storia d'Italia è raggiungibile in auto per cui ho preferito abbinare anche la salita al Rifugio Pier Fortunato Cavi per rendere questa escursione più completa e interessante.
Con Elena e Thor, parto alla volta di Sappada di buon mattino. Arrivati alla frazione di Cima Sappada imbocchiamo la Provinciale 22 della Val Sésis. Cominciamo a prendere velocemente quota. Dopo pochi chilometri incontriamo il grazioso Rifugio Piani del Cristo dove ci fermiamo per un buon caffè.
Rimontiamo in auto e continuiamo a risalire la Val Sésis con numerosi e stretti tornanti. A circa 8 chilometri da Cima Sappada (25 minuti), arriviamo al parcheggio di servizio per il Rifugio Calvi dove lasciamo l'auto.
Siamo a quota 1815 metri. Proprio davanti allo spiazzo per le auto parte una carrareccia (segnavia CAI 132) che porta al rifugio.
Cominciamo senza esitazioni la salita per evitare le ore più calde. In breve entriamo in un bosco ombreggiato di conifere.
Ogni tanto si aprono belle vedute sui monti circostanti.
In breve siamo fuori dal bosco. L'escursione è appagante per l'ambiente in cui si sviluppa. La giornata è parzialmente coperta e ancora fresca. Alcuni punti del sentiero invitano a una sosta.
Anche Thor pare gradire queste meraviglie.
Ci rimettiamo in cammino e in breve il sentiero si fa più ripido senza tuttavia presentare difficoltà particolari.
Il Rifugio si lascia ammirare in lontananza.
Ai bordi della strada incrociamo simpatici asinelli.
Salendo troviamo un cippo marmoreo che indica una scorciatoia per la nostra meta ma noi preferiamo tenerci sulla carrareccia.
Ora comincia il tratto più faticoso in quanto la pendenza aumenta sensibilmente. Per fortuna il sole è coperto.
Oramai siamo in prossimità del rifugio. Poco prima incontriamo una piccola cappella che merita una sosta.
In questo luogo di grande suggestione, il 20 luglio 1988, Sua Santità Giovanni Paolo II, dopo aver scalato la cima del Peralba ed essersi fermato al Rifugio Calvi, sostò in profondo e devoto raccoglimento all'ombra di questa sacra costruzione.
Il più è fatto. Il rifugio è a poche decine di metri da noi.
Eccoci arrivati, siamo a quota 2164 metri e abbiamo superato un dislivello di circa 350 metri con circa un'ora di cammino.
Dal rifugio possiamo apprezzare la strada percorsa.
Il Rifugio Pier Fortunato Calvi è stato costruito nel 1926 per iniziativa della Sezione Cadorina del CAI (con sede in Auronzo) con il contributo del Comune di Sappada  che ha donato anche il terreno.
E' intitolato all'eroe cadorino dei moti per l'indipendenza del Cadore del 1948.
A seguito dei danni e dell'abbandono nel corso della Seconda Guerra Mondiale, venne ristrutturato e riaperto con una solenne cerimonia nell'agosto del 1949 e affidato alla Sezione CAI di Sappada.
Dopo gli ulteriori lavori di ammodernamento del 1994, ora la struttura ha una capienza di 52 posti letto, due sale ristoro e un ricovero invernale sempre aperto.
Dopo esserci rifocillati ritorniamo all'aperto
per godere del magnifico panorama.
Lo sguardo spazia in lontananza verso il monte Lastroni
fino alla più vicina e caratteristica Torre Peralba
per fermarsi sul magnifico massiccio di calcare bianco del Peralba stesso.
Ma è già ora di riprendere il cammino verso la successiva meta. Riprendiamo a ritroso la strada compiuta per arrivare sin qui
sino a giungere ad un cippo con evidenti indicazioni per le sorgenti del Piave.
Lasciamo quindi la carrareccia e ci inoltriamo nel bosco per un sentiero che conserva il numero 132.
Qui occorre prestare un minimo di attenzione in quanto il percorso in alcuni punti è accidentato. Con una ventina di minuti in lieve pendenza negativa arriviamo alla meta finale del nostro giro.
Siamo ritornati in Val Sésis, da cui eravamo partiti e siamo ancora ai piedi del Monte Peralba da cui nasce il Fiume Sacro alla nostra Patria tra i 1810 e i 1939 metri di quota, circondati da zone di notevole interesse paesaggistico e ambientale caratterizzate da una palude ricca di acque sorgive e da una zona principalmente a carattere torboso.
Nell'immediato primo dopoguerra si era creata una contesa tra Comelico Superiore e Sappada su quale fosse esattamente la vera sorgente del Piave. La questione venne risolta nel 1936 dall'IGM (Istituto Geografico Militare) che, attraverso un'apposita commissione ministeriale, individuò nel ramo sappadino della Val Sésis l'origine del fiume.
Lo sguardo si concentra sul monumento alle Sorgenti del Piave, eretto per commemorare il ruolo avuto dal fiume durante la Prima Guerra Mondiale e sorge dove le acque si incanalano in un unico punto per poi scendere verso valle.
Dopo aver sostato con profondo rispetto in questo luogo così evocativo, ci dirigiamo verso l'attiguo e omonimo Rifugio Sorgenti del Piave.
Qui finalmente ci riposiamo e assaggiamo i piatti della tradizione locale che i simpatici gestori ci servono con grande cordialità.
Il tempo di fare un giretto nei dintorni per godere delle bellezze paesaggistiche e del sole che, ora libero dalle nubi, scalda l'aria in maniera insolita per queste quote.
E' oramai tempo di tornare.
Ci incamminiamo per l'unica strada asfaltata che lascia il rifugio e con una passeggiata di dieci minuti arriviamo al parcheggio dove avevamo lasciato l'auto.
Un caro saluto.