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Lettori fissi

Un piccolo diario che ha come filo conduttore il mio amore per la montagna e per i viaggi in genere... ma anche pensieri e riflessioni su quello che mi circonda perché il vero esploratore è colui che non ha paura di spogliarsi delle ipocrisie e aprirsi all'ignoto.

sabato 12 settembre 2009

Viva la vita


Quando ero un ragazzino delle superiori, vidi un mio compagno di classe che stava tornando a casa da scuola. Il suo nome era Luigi e stava portando una enorme pila di libri.
Dissi tra me e me: "Perché mai uno dovrebbe portarsi a casa tutti quei libri di venerdì? Deve essere un ragazzo strano".
Io avevo pianificato il mio week-end (feste e una partita di calcetto) così ho scrollato le spalle e mi sono incamminato verso casa.
Mentre stavo camminando, vidi un gruppo di ragazzini che correvano incontro a Luigi... Gli arrivarono addosso, gli fecero cadere tutti i suoi libri e lo spintonarono facendolo cadere nel fango. I suoi occhiali volarono via, e li vidi cadere nell'erba un paio di metri più in là.
Lui guardò in su e vidi una terribile tristezza nei suoi occhi. Mi rapì il cuore!
Così gli andai incontro mentre stava cercando i suoi occhiali e vidi una lacrima nei suoi occhi.
Raccolsi gli occhiali e glieli diedi dicendogli: "Quei ragazzi sono proprio dei selvaggi, dovrebbero imparare a vivere".
Luigi mi guardò e disse "Grazie!".
C'era un grosso sorriso sul suo viso, era uno di quei sorrisi che mostrano vera gratitudine.
Lo aiutai a raccogliere i libri e gli chiesi dove viveva. Scoprii che viveva vicino a me così gli chiesi come mai non lo avessi mai visto prima; lui mi spiegò che prima andava in una scuola privata.
Parlammo per tutta la strada e io lo aiutai a portare alcuni libri.
Mi sembrò un ragazzo molto carino ed educato così gli chiesi se gli andava di giocare a calcetto con i miei amici e lui accettò con entusiasmo.
Rimanemmo in giro tutto il weel-end e più lo conoscevo, più Luigi mi piaceva così come piaceva ai miei amici.
Arrivò il lunedì mattina ed ecco Luigi con tutta la pila dei suoi libri. Lo fermai e gli dissi: "Luigi, finirà che ti costruirai dei muscoli incredibili".
Egli rise e mi diede metà dei libri.
Nei successivi quattro anni Luigi e io diventammo amici per la pelle.
Una volta adolescenti cominciammo a pensare all'università; Luigi decise per Roma ed io per Bologna.
Sapevo che saremmo sempre restati amici e che la distanza non sarebbe stata un problema per noi.
Luigi sarebbe diventato un dottore mentre io mi sarei occupato di astronomia.
Luigi era il primo della nostra classe e io l'ho sempre preso in giro per essere un secchione.
Il mio amico doveva preparare un discorso per il diploma. Io fui felice di non essere al suo posto sul podio a parlare.
Il giorno dei diplomi vidi Luigi, aveva un ottimo aspetto. Lui era uno di quei ragazzi che aveva veramente trovato se stesso durante le scuole superiori. Aveva qualcosa in più e tutte le ragazze lo amavano.
Qualche volta ero un pò geloso!
Quel giorno Luigi era un pò nervoso per il discorso che doveva fare, così gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi:"Te la caverai alla grande!".
Mi guardò con uno di quegli sguardi (quelli pieni di gratitudine), sorrise e mi disse "Grazie!".
Iniziò il suo discorso schiarendosi la voce: "Nel giorno del diploma si usa ringraziare coloro che ci hanno aiutato a farcela in questi anni duri. I genitori, gli insegnanti e, più di tutti, i tuoi amici. Sono qui per dire a tutti voi che essere amico di qualcuno è il più bel regalo che voi potete fare. Voglio ora raccontarvi una storia."
Guardai il mio amico incredulo non appena cominciò a raccontare il giorno del nostro primo incontro. Lui aveva pianificato di suicidarsi durante quel week-end. Raccontò di come avesse pulito il suo armadietto a scuola così che la madre non avesse dovuto farlo dopo e di come si stesse portando a casa tutte le sue cose.
Mi guardò intensamente e fece un piccolo sorriso. "Ringraziando il Cielo fui salvato... il mio amico mi salvò dal compiere quel terribile, disperato ultimo gesto".
Udii un brusio tra la gente a queste rivelazioni.
Il ragazzo più popolare ci aveva appena raccontato il suo momento più debole.
amicizia03.jpg (36908 byte)
Non sottovalutate mai il potere delle vostre azioni. Con un piccolo gesto potete cambiare la vita di una persona... in meglio o in peggio.
In un mio personalissimo momento di profonda e sofferta revisione interna dei valori che sono alla base del mio concepire la vita, vi saluto giacché per un paio di settimane sarò a Civitavecchia per motivi di lavoro.
Un caro saluto.

venerdì 11 settembre 2009

Cima Stilves (Zinseler)


Ancora una splendida giornata e una nuova escursione in quota ci attende. Questa volta la meta sarà il Passo Pennes e la vicina Cima Stilves.
Assieme a Daniele partiamo da Colle Isarco alle 9 in punto e ci dirigiamo verso sud. Superato il centro di Vipiteno prendiamo a destra seguendo dapprima le indicazioni per l'autostrada e di seguito quelle per Passo Pennes a sinistra dopo aver superato l'ingresso dell'Autobrennero. La SS 58 è una strada tipicamente alpina.

In poco più di 40 minuti siamo al passo (2110 mt.);

qui, in un ambiente squisitamente alpino,

tra animali al pascolo,

parcheggiamo le auto

e ritorniamo per circa un chilometro sui nostri passi

fino a incontrare sulla sinistra un sentierino in corrispondenza di una palizzata in legno.

Lasciamo immediatamente l'asfalto e cominciamo a salire in direzione nord.

Evitiamo i due sentieri 15b e 15 che si staccano sulla sinistra (il primo si presenta subito all'inizio e il secondo al Giogo di Caspineto.

Il sentiero è molto bello e attraversa verdi pascoli da cartolina.

Placide mucche,

incuranti di quello che succede attorno,

continuano a brucare l'erba verdissima che consente loro di produrre un latte eccellente.

Una autentica meraviglia

con immagini che restano scolpite nell'animo.

Il sentiero,

molto bello,

continua a salire

con discreta pendenza.

Man mano che si sale

il panorama si allarga e ci concediamo una breve sosta.

Riprendiamo la salita;

il sentiero ora si sviluppa lungo una panoramica cresta erbosa

che non presenta alcuna difficoltà.

La giornata è calda ma asciutta

e si sale senza particolari fastidi.

Un'ora e mezza dopo aver lasciato la strada siamo sulla cima erbosa dello Stilves a quota 2422 m.

Una serie di ometti in pietra, alcuni davvero notevoli,

circondano la grande croce in legno. Ancora panorami notevoli e immensi.
Sotto di noi si stende, placida e bellissima, Vipiteno.

Una firma sul libro di vetta

e una bella serie di fotografie porteranno a valle il ricordo di questa escursione.

Ritorniamo percorrendo lo stesso itinerario compiuto all'andata.
Avevano parcheggiato l'auto al Passo Pennes nei pressi dell'albergo Alpenrosenhof dove Daniele aveva prenotato per tempo un tavolo per il pranzo.

All'interno del ristorante l'atmosfera è familiare e la cucina è tipicamente tirolese.
Il tempo scorre veloce e in breve arriva il momento del commiato per questa che è l'ultima escursione di quest'estate in Alto Adige.

Per alcune fotografie che corredano questo post ringrazio Daniele Cecco.
Un caro saluto.

Malga Calice - Kalcher Alm

Dopo le gite in terra austriaca, giornata di puro relax.
La destinazione è Malga Calice (Kalkeralm) una splendida malga che offre un servizio di ristoro davvero eccellente in un ambiente alpino incontaminato.
Insieme a Daniele partiamo dalla solita Colle Isarco in direzione sud verso Vipiteno. appena superata la cittadina giriamo a destra seguendo le indicazioni per Passo Giovo e cominciamo a salire. Arrivati alla località di Calice (Kalch), continuiamo a salire e, dopo quattro tornanti, prestiamo attenzione ad una strada bianca che si stacca sulla destra con indicazioni per Malga Calice. Percorriamo questa stradina per due chilometri e finalmente giungiamo alla nostra malga dove lasciamo la macchina.
L'ambiente circostante è quello tipico dei pascoli d'alta montagna con prati verdissimi,

boschetti, animali al pascolo, piccole costruzioni in legno,

laghetti e un aria frizzante.
Avendo in progetto di saccheggiare la dispensa della malga ed essendo ancora presto per sedersi ai tavoli imbocchiamo un comodo sentiero che si dirige inizialmente verso nord.
Dobbiamo pur giustificare la mangiata che ci attende no?
Procediamo allegramente fino alla Rinneralm (1890 mt.);

lo sguardo si poggia su paesaggi incantevoli... da cartolina. Alla Rinneralm (anch'essa attrezzata per fornire ristoro agli escursionisti) è stato ricavato un grazioso laghetto artificiale

che serve ad alimentare le piste da sci del comprensorio. Pieghiamo decisamente verso sud-est cominciando a salire per un sentierino non numerato.

Qualche foto panoramica

e riprendiamo la salita che ci porta in breve a scollinare.

Dall'altra parte si apre una splendida vista sulla sottostante conca su cui si adagia la nostra meta.
Con un minimo di prudenza scendiamo verso la malga

e in venti minuti possiamo finalmente accomodarci ai tavoli sistemati all'aperto. L'umore è alto, il sole è gagliardo e l'appetito è al punto giusto.

In breve ci portano al tavolo quello che Daniele aveva concordato con la proprietà della malga: un fantastico tris di pappardelle caserecce ai finferli, un canederlo ai formaggi e gli spatzle di spinaci;

per secondo un mezzo stinco e costine di maialetto allo spiedo con patate arrosto e verdure e, per finire una delicata crostata alla ricotta. Il tutto per soli 15 Euro.
Che dire? una piacevole giornata in un ambiente incantevole.

Per alcune fotografie che corredano questo post ringrazio Daniele Cecco.
Un caro saluto.