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Lettori fissi

Un piccolo diario che ha come filo conduttore il mio amore per la montagna e per i viaggi in genere... ma anche pensieri e riflessioni su quello che mi circonda perché il vero esploratore è colui che non ha paura di spogliarsi delle ipocrisie e aprirsi all'ignoto.

sabato 23 maggio 2020

Il Museo Egizio di Torino

Il fascino che solo la civiltà egizia sa esercitare mi ha accompagnato sin dall'infanzia. Nel corso degli anni ho avuto modo di visitare l'altopiano di Gizah con le sue immense piramidi
e l'enigmatica Sfinge
nonché il Museo Egizio del Cairo che, ovviamente, è il più importante al mondo per importanza e numero dei reperti conservati. 
Subito dopo troviamo il Museo Egizio di Torino che, tra l'altro, è il più antico al mondo tra quelli interamente dedicati alla civiltà dei Faraoni. Occorre sapere che a seguito delle campagne napoleoniche in Egitto, in tutta Europa si sviluppò curiosità per questa antica civiltà che diventò anche una moda e argomento di conversazione nei salotti bene dell'epoca. Tuttavia a Torino, ancor prima di questo fermento culturale, nella seconda metà del 1700, furono inviati alcuni importanti manufatti dall'egittologo padovano Vitaliano Donati. Il piemontese Bernardino Drovetti, console generale di Francia durante l'occupazione napoleonica già citata, iniziò una collezione imponente di oltre 8.000 reperti tra mummie, sarcofagi, monili, papiri e gioielli. Nel 1824 il re Carlo Felice acquistò l'intera collezione per la cifra di 400.000 Lire che, insieme ad altri reperti posseduti dalla casa reale sabauda, costituì il nucleo originario del primo Museo Egizio al mondo. Al termine del 1800, il Direttore del Museo, Ernesto Schiapparelli, acquisì nuovi reperti e si mise personalmente a capo di importanti campagne di scavo in Egitto; come non citare la scoperta nella Valle delle Regine della stupenda tomba di Nefertari, sposa di Ramses II, o quella dell'architetto faraonico Kha ritrovata a Tebe intatta del suo corredo funerario, ora custodito al Museo. Nel 1930 l'importante collezione archeologica contava oltre 30.000 reperti in grado di illustrare tutti gli aspetti di questa magnifica civiltà.
Ho visitato questo museo negli anni '80 e aveva l'impronta di una raccolta ben ordinata ma che ricordava le atmosfere polverose di "Indiana Jones", comunque molto simili a quelle che ancora si respirano nell'omonimo museo della capitale egiziana.
Recentemente (nel 2015) il Museo è stato completamente ristrutturato raddoppiando la sua superficie espositiva portata a 60.000 metri quadri su quattro livelli. Amici che avevano avuto modo di visitarlo dopo la ristrutturazione mi avevano riportato meraviglie per cui, appena mi è stato possibile, in compagnia di Elena, ho preso il Frecciarossa per Torino per immergermi ancora una volta nelle atmosfere magiche degli antichi Egizi.
In una piovosa mattina ci dirigiamo verso il Palazzo dell'Accademia delle Scienze ove il museo è ospitato; 
una breve fila e poi accediamo al piano interrato per l'acquisto dei biglietti e la consegna delle audioguide. Tramite queste ultime riceviamo il benvenuto registrato dal Direttore del Museo e poi è un susseguirsi di sale ottimamente attrezzate e illuminate per un'esperienza immersiva in un epoca oramai perduta. 
Non starò qui a illustrare tutto il percorso (davvero vasto e articolato) ma mi limiterò a postare qualche foto da me scatta al suo interno.
Al termine del percorso espositivo si potranno acquistare libri, papiri, souvenir e oggettistica legata agli antichi Egizi in un fornitissimo book shop.
Un caro saluto.

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