A margine del giro fatto in Slovenia, con rigeneratrice passeggiata sul monte Mangart, ho avuto la possibilità di visitare alcune vestigia le cui pietre sono state testimoni di eventi dolorosissimi che sembrano essere stati dimenticati dalle generazioni più giovani... ma queste pietre riescono ancora a parlare a chi sa ascoltarle... a chi è curioso... a chi non si spaventa di raggiungere posti insoliti ed isolati.
Di buon mattino, partito da Tarvisio e percorsa la S.S. 54 per Cave del Predil, supero il paese ed il suo lago e proseguo in salita in direzione del valico del Predil; poco prima di entrare in territorio sloveno mi fermo sulla destra (comodo parcheggio) a visitare una fortificazione della prima Guerra Mondiale.
E' la Batteria Sella del Predil (Predilsattel) la cui visita offre un gran bel panorama sul bacino del sottostante lago; è sconsigliabile entrare al suo interno per il pericolo di crolli della struttura ma la mia curiosità mi ha, comunque, portato a visitarla nella sua interezza, con estrema prudenza, e a sbucare sulla sua parte superiore da cui il panorama è fantastico (per scattare foto del sottostante lago consiglio il mattino in quanto il sole è alle spalle e quindi ideale per riprendere lo specchio d'acqua in condizioni di luce ottimale).
Questa batteria di fabbricazione austriaca è stata progettata nel 1892 per ovviare alle carenze strutturali e di armamento del sottostante Forte Lago Predil ai fini di un combattimento a lunga distanza contro un nemico che fosse penetrato in Val Rio del Lago attraverso la Sella Nevea. I lavori si conclusero il 1899 ma il progetto originale risultò oramai superato di fronte all'evoluzione delle artiglierie e degli esplosivi. All'inizio del conflitto la batteria disponeva di 3 cannoni M80 da 120 mm di calibro (due provenienti dal Forte Hensel di Malborghetto ed uno dalla Chiusa di Plezzo), alcune mitragliatrici Schwarlose M7 e la fucileria della guarnigione che trovava posto in una apposita galleria.
L'opera, per le sue casematte debolmente corazzate e per il ridotto spessore delle coperture, poteva al massimo resistere al cannoneggiamento di obici o cannoni da 105. La gittata massima dei suoi cannoni era di poco inferiore ai 7 km. La guarnigione era composta da 5 ufficiali e 107 uomini. Ben presto la batteria si dimostrò un facile bersaglio anche da lontano. Si cominciò, allora, a scavare nella roccia sottostante una batteria in galleria con due caverne per cannoni, depositi per munizioni ed altre opere ma la mancanza di perforatrici comportò gravi ritardi. Solo nella notte tra il 24 e il 25 maggio del 1915 il primo cannone con affusto fu trasferito dalla casamatta II e sistemato in caverna mentre gli altri pezzi continuavano a far fuoco sulle postazioni italiane dalle vecchie posizioni. Il 27 maggio dello stesso mese i mortai italiani da 210 bombardarono la batteria per la prima volta.
Il 5 giugno tutti gli uomini, ad eccezione delle sentinelle, vennero ritirati, subito dopo il secondo cannone, prelevato dalla casamatta I, raggiunse la batteria in caverna assieme a tutti gli elementi trasportabili; le munizioni furono trasferite a mano dalla truppa. Il 12 giugno l'artiglieria italiana scatenò sugli austriaci il fuoco dei suoi pezzi da 305 con salve da due colpi. Tra il 16 ed il 21 giugno anche il terzo cannone del forte fu sistemato in posizione di riserva nella galleria di accesso alla batteria in caverna. Quando, in agosto, gli Italiani si accorsero che i cannoni del forte sparavano dalle caverne, tentarono di centrare le aperture da cui spuntavano le volate delle bocche da fuoco austriache; 250 colpi sparati con cannoni da 149 non riuscirono nell'intento.
Più tardi, in vista dell'offensiva austriaca del 1917 (Caporetto), i cannoni entrarono a far parte dell'artiglieria mobile per essere pronti ad un più rapido inserimento nell'azione.
Questa fortificazione insieme al Forte Lago Predil e l'adiacente fortino nella gola del rio Aibl fanno parte del percorso museale esterno proposto dal Museo Storico Militare delle Alpi Giulie di Cave del Predil di cui ho già riferito. Della struttura su cui mi trovo se ne intuisce l'originaria estensione e si apprezza la posizione strategica (ma esposta all'osservazione avversaria) idonea per bloccare le avanzate italiane dalla sottostante Val Rio del Lago e da Sella Nevea.
Tornato alla macchina, mi appresto a superare l'ex confine e, appena cominciata la discesa dall'altro versante del passo mi si para davanti un'altra fortificazione; si tratta dello Sbarramento Passo Predil (Strassensperre Predil) che insieme alla precedente opera ed al forte Lago Predil costituiva lo Sbarramento Val Rio del Lago. Questo forte fu costruito dopo la cessione del Veneto all'Austria (1866) con la funzione di impedire il passaggio dall'Isonzo alla Carinzia; era costituito da un blocco principale cruciforme a nord della strada e dall'altro lato da una batteria di artiglieria collegati tra loro da un camminamento sotterraneo.
Quando fu evidente che sarebbe stato più facile bloccare il nemico proveniente da sud già alla chiusa di Plezzo, quest'opera venne eliminata dal complesso delle opere fortificate nel 1898 e trasformata l'anno seguente in Deposito Oberbreth e ribattezzato Deposito Predil nel 1907; nella Prima Guerra Mondiale fu risparmiato dai bombardamenti in quanto ubicato sul versante est del passo e fu utilizzato per alloggiare le truppe, come stazione per i piccioni viaggiatori e come magazzino; i ruderi sono accessibili con la solita prudenza.
Ma c'è un altra pagina di storia legata a questo sito; al di sotto del forte si nota la presenza di un monumento quasi identico ad un opera vista a Malborghetto; si tratta del monumento commemorativo al Capitano del Genio Austriaco Johann Hermann von Hermannsdorf che nello stesso luogo eresse un forte rudimentale e, nel 1809, si oppose eroicamente ai Francesi di Napoleone morendo in combattimento insieme ad una guarnigione del Reggimento Guardie di Frontiera di Slunj. I francesi bruciarono il forte e tumularono i caduti nel sepolcro comune che si trova vicino alla fortezza al di sotto della strada.
Il monumento nella forma di una piramide, fu eretto dagli austriaci nel 1848 per volere dell'imperatore Ferdinando I.
La scultura del leone accasciato su un fascio di verghe fu aggiunto nel 1851.
Per completare la serie di visite alle opere dello Sbarramento Val Rio del Lago occorre rientrare in Italia e arrivati al Lago di Predil svoltare a sinistra sulla provinciale per Sella Nevea; giunti a metà del lago si noterà sulla sinistra un piccolo promontorio e poco più avanti, sulla destra, quasi nascosta da una gola una costruzione con un cannone posto al suo ingresso. Il promontorio cui accennavo prima è quello che è rimasto del Forte lago Predil (Werk Raiblersee): solo alcuni lacerti di muro e una collinetta di rovine coperte di erba.
Costruito nel 1885-1887, il forte fu ampliato e rafforzato negli anni successivi (in dotazione aveva 6 cannoni M.4 da 90), non fu molto usato nel conflitto a causa della sua posizione poco efficace nei combattimenti a lunga distanza. Fu invece privilegiata la Batteria Sella Predil che si trovava in una posizione migliore.
Il fortino Gola Aibl che abbiamo visto nella adiacente rientranza nella roccia, fu costruito nel 1885 per fungere da supporto al forte Lago Predil. Si tratta di una costruzione su di un unico piano in muratura. Non fu necessaria una costruzione corazzata dato che il fortino si trovava in un angolo morto rispetto alle postazioni nemiche. Era collegato con il forte Lago Predil da un camminamento sotterraneo.
Anche questo complesso di opere si venne a trovare circa 8 km. dietro le linee del fronte e fu bombardato già nel primo giorno di guerra (24 maggio 1915) ma con piccoli calibri che non provocarono grandi danni. I tiri delle artiglierie pesanti italiane cominciarono in luglio e costrinsero gli Austriaci a sistemare i pezzi all'esterno del forte. I comandi italiani ritenevano, a torto, i due forti talmente poderosi che non si arrischiarono ad attaccarli con la fanteria. Questo errore di valutazione concesse ai Carinziani ben cinque settimane di tempo sufficienti per ricevere rinforzi e approntare una valida resistenza su Sella Nevea dalla quale gli Italiani non tentarono mai di scendere per raggiungere Tarvisio.
Il Forte Lago Predil fu comunque raso al suolo da un tiro di artiglieria italiano preciso ed efficace che lo trasformò in un tumulo di macerie.
La Batteria Sella Predil vista dal lago
E' davvero un peccato che tali manufatti giacciano in uno stato di abbandono che ne sta lentamente, ma inevitabilmente, cancellando le tracce; e pensare che in queste costruzioni centinaia di uomini hanno sofferto, sperato, pensato alle proprie famiglie, hanno avuto paura, sono morte per servire il proprio paese. Le testimonianze di tante sofferenze e vicende umane stanno per entrare definitivamente nell'oblio.
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