
Quando ero un ragazzino delle superiori, vidi un mio compagno di classe che stava tornando a casa da scuola. Il suo nome era Luigi e stava portando una enorme pila di libri.
Dissi tra me e me: "Perché mai uno dovrebbe portarsi a casa tutti quei libri di venerdì? Deve essere un ragazzo strano".
Io avevo pianificato il mio week-end (feste e una partita di calcetto) così ho scrollato le spalle e mi sono incamminato verso casa.
Mentre stavo camminando, vidi un gruppo di ragazzini che correvano incontro a Luigi... Gli arrivarono addosso, gli fecero cadere tutti i suoi libri e lo spintonarono facendolo cadere nel fango. I suoi occhiali volarono via, e li vidi cadere nell'erba un paio di metri più in là.
Lui guardò in su e vidi una terribile tristezza nei suoi occhi. Mi rapì il cuore!
Così gli andai incontro mentre stava cercando i suoi occhiali e vidi una lacrima nei suoi occhi.
Raccolsi gli occhiali e glieli diedi dicendogli: "Quei ragazzi sono proprio dei selvaggi, dovrebbero imparare a vivere".
Luigi mi guardò e disse "Grazie!".
C'era un grosso sorriso sul suo viso, era uno di quei sorrisi che mostrano vera gratitudine.
Lo aiutai a raccogliere i libri e gli chiesi dove viveva. Scoprii che viveva vicino a me così gli chiesi come mai non lo avessi mai visto prima; lui mi spiegò che prima andava in una scuola privata.
Parlammo per tutta la strada e io lo aiutai a portare alcuni libri.
Mi sembrò un ragazzo molto carino ed educato così gli chiesi se gli andava di giocare a calcetto con i miei amici e lui accettò con entusiasmo.
Rimanemmo in giro tutto il weel-end e più lo conoscevo, più Luigi mi piaceva così come piaceva ai miei amici.
Arrivò il lunedì mattina ed ecco Luigi con tutta la pila dei suoi libri. Lo fermai e gli dissi: "Luigi, finirà che ti costruirai dei muscoli incredibili".
Egli rise e mi diede metà dei libri.
Nei successivi quattro anni Luigi e io diventammo amici per la pelle.
Una volta adolescenti cominciammo a pensare all'università; Luigi decise per Roma ed io per Bologna.
Sapevo che saremmo sempre restati amici e che la distanza non sarebbe stata un problema per noi.
Luigi sarebbe diventato un dottore mentre io mi sarei occupato di astronomia.
Luigi era il primo della nostra classe e io l'ho sempre preso in giro per essere un secchione.
Il mio amico doveva preparare un discorso per il diploma. Io fui felice di non essere al suo posto sul podio a parlare.
Il giorno dei diplomi vidi Luigi, aveva un ottimo aspetto. Lui era uno di quei ragazzi che aveva veramente trovato se stesso durante le scuole superiori. Aveva qualcosa in più e tutte le ragazze lo amavano.
Qualche volta ero un pò geloso!
Quel giorno Luigi era un pò nervoso per il discorso che doveva fare, così gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi:"Te la caverai alla grande!".
Mi guardò con uno di quegli sguardi (quelli pieni di gratitudine), sorrise e mi disse "Grazie!".
Iniziò il suo discorso schiarendosi la voce: "Nel giorno del diploma si usa ringraziare coloro che ci hanno aiutato a farcela in questi anni duri. I genitori, gli insegnanti e, più di tutti, i tuoi amici. Sono qui per dire a tutti voi che essere amico di qualcuno è il più bel regalo che voi potete fare. Voglio ora raccontarvi una storia."
Guardai il mio amico incredulo non appena cominciò a raccontare il giorno del nostro primo incontro. Lui aveva pianificato di suicidarsi durante quel week-end. Raccontò di come avesse pulito il suo armadietto a scuola così che la madre non avesse dovuto farlo dopo e di come si stesse portando a casa tutte le sue cose.
Mi guardò intensamente e fece un piccolo sorriso. "Ringraziando il Cielo fui salvato... il mio amico mi salvò dal compiere quel terribile, disperato ultimo gesto".
Udii un brusio tra la gente a queste rivelazioni.
Il ragazzo più popolare ci aveva appena raccontato il suo momento più debole.
Non sottovalutate mai il potere delle vostre azioni. Con un piccolo gesto potete cambiare la vita di una persona... in meglio o in peggio.
In un mio personalissimo momento di profonda e sofferta revisione interna dei valori che sono alla base del mio concepire la vita, vi saluto giacché per un paio di settimane sarò a Civitavecchia per motivi di lavoro.
Un caro saluto.