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Lettori fissi

Un piccolo diario che ha come filo conduttore il mio amore per la montagna e per i viaggi in genere... ma anche pensieri e riflessioni su quello che mi circonda perché il vero esploratore è colui che non ha paura di spogliarsi delle ipocrisie e aprirsi all'ignoto.

venerdì 15 maggio 2009

Il sentiero Rilke di Duino

Ieri le previsioni davano brutto tempo e pertanto non avevo programmato niente di speciale. Ma al mio risveglio un meraviglioso sole filtrava attraverso le finestre. Dovrò ricordarmi di cambiare la pagina di consultazione del meteo. 
Sta di fatto che era oramai tardi per pensare di organizzare qualcosa di impegnativo; ho così ciondolato per casa con l'intento, ben presto abbandonato, di mettere ordine tra le mie cose. Dopo pranzo il sole era sempre più invitante e, pertanto, decidevo di prendere su la fotocamera e recarmi ad una trentina di chilometri da casa mia per godere dei suggestivi panorami che si godono dal Sentiero Rilke che collega il tratto di costa tra Sistiana e Duino.
Questa bel percorso, inizialmente, si chiamava Passeggiata Duinese ma, a seguito di lavori di adeguamento, nel 1987 prese il nome di Sentiero Rilke in ricordo del poeta praghese Rainer Maria Rilke (uno dei più grandi in lingua tedesca dello scorso secolo) che a cavallo degli anni 1911 e 1912 soggiornò nel vicino castello di Duino, ospite della Principessa Maria von  Thurn und Taxis-Hohenlohe. In questi luoghi il poeta scrisse le prime due Elegie Duinesi e abbozzò le successive che diventarono il suo capolavoro.
Per arrivare al sentiero è sufficiente percorrere la strada costiera che collega Trieste con Monfalcone e girare al bivio per Sistiana; qui, prima di scendere alla baia omonima, ci troveremo subito di fronte uno spiazzo con la sede dell'Azienda di Soggiorno e Turismo di Sistiana. Conviene lasciare qui la macchina.
L'imbocco del sentiero è situato sul margine destro (guardando il mare) della piccola piazza. 
Prima di intraprendere il percorso, però, mi fermo ad ammirare dall'alto la stupenda Baia di Sistiana che si stende 60 metri sotto di me. 
Il tratto in cui mi trovo è l'unica parte di costa alta e rocciosa tra il Conero ed il confine con la Slovenia; Sistiana è l'unica vera baia della costiera triestina. Questa località fu frequentata già in epoca romana; qui e nella vicina Aurisina nel II secolo a.C. entrarono in funzione le cave da cui si estraevano le pietre per la costruzione di Aquileia. Agli inizi del secolo scorso, si costruiscono, sulla baia, un paio di alberghi e alcune residenze dando l'avvio allo sviluppo turistico del sito. Durante la Seconda Guerra Mondiale l'accesso alla baia venne interdetto ai civili in quanto sede operativa di una flottiglia di sommergibili tascabili tedeschi adibiti alla difesa costiera. Nel dopoguerra si ha un forte sviluppo turistico di tutta la baia.
E' tempo di mettersi in cammino; 
il primo tratto del sentiero, piuttosto agevole, si sviluppa per 530 metri tra il "ciglione carsico" e la recinzione di un campeggio. 
Sulla sinistra, tra frassini, carpini, aceri, terebinti e lecci, si aprono numerosi belvederi con suggestive vedute della baia che invitano a soste prolungate. 
Al termine della recinzione del campeggio, sulla destra, c'è il Rifugio Rilke che altro non è che un bar con accesso diretto sul sentiero.
In questo punto il sentiero piega a destra prendendo quota e lo sguardo spazia su una brulla distesa di pietra; 
è uno dei tanti "campi solcati" che punteggiano il Carso. L'impatto visivo con questa bianca distesa di pietre aguzze e prive di vegetazione lascia quasi perplessi e sgomenti. 
Da questo punto la pietra carsica, nelle sue multiformi variazioni, sarà protagonista di questo sentiero tra cielo e mare.
Il sentiero serpeggia in salita tra i tormentati massi del solcato carsico per infilarsi nell'ombra ristoratrice di una pineta. Prima di entrare nel bosco un ultimo sguardo alle spalle per rimirare la baia.
Dopo 150 metri giungo ad un bunker.
Sulle falesie di Duino furono costruite, durante la Prima Guerra Mondiale delle postazioni e osservatori per controllare i movimenti navali del golfo di Trieste. Il presidio era affidato alle truppe da sbarco della K.u.K. Kriegsmarine austro-ungarica. Durante la Seconda Guerra Mondiale queste fortificazioni furono adattate dai Tedeschi come postazioni per l'artiglieria contraerei ed oggi sono state recuperate e modificate in punti panoramici. Salgo sulla cima della postazione a quota 86 metri. Qui lo sguardo spazia in lontananza senza ostacoli sul mare e sulla falesia carsica e a occidente, in controluce, si osserva la sagoma del promontorio dove sorge il castello di Duino. 
Le falesie sottostanti sono un autentico spettacolo: 
rocce che salgono dal mare, torrioni, pinnacoli aguzzi, lame sottili che tagliano l'aria. Un palcoscenico aspro e affascinante, abbagliante e tormentato che trae origine da movimenti tettonici antichissimi che hanno reso verticali le antiche stratificazioni orizzontali a loro volta demolite dal dilavamento delle acque meteoriche che ha cancellato alcuni strati chimicamente più deboli conservando quelli più resistenti e isolandoli splendidamente. 
Scendendo dal cocuzzolo della postazione mi imbatto in alcuni gradini che scendono sotto terra; 
è l'accesso di un bunker scavato dai Tedeschi  e adibito a riservetta munizioni e ricovero per la truppa.  Mi spingo nella penombra della galleria scendendo i gradini in pietra. 
Percorro pochi metri e giungo ad una luminosissima balconata sospesa nel vuoto. 
In lontananza, sulla destra, la laguna di Grado si spinge nel mare fino a dare l'impressione di volersi congiungere con la dirimpettaia costa istriana come a stringere il Golfo di Trieste in un dolce abbraccio.
Uscito dal bunker riprendo il cammino. 
Lungo il percorso, tra la vegetazione compaiono numerosissime pietre e rocce scolpite dagli agenti atmosferici che danno vita a forme sorprendenti dovute al microcarsismo. 
Scriverò di questi fenomeni e dell'origine del Carso in un altro post; ora mi limito ad ammirare il paziente e singolare lavoro della natura.
Il sentiero si ritrae dal ciglione carsico per sfiorare l'ampia pineta. Agli inizi del secolo scorso questa era una landa sassosa quando ebbe inizio una robusta e lunga opera di rimboschimento mediante la messa a dimora di migliaia di pini d'Aleppo (Pinus halepensis) e pino nero o austriaco (Pinus nigro).
Ritornato in vista del mare è possibile notare che la macchia mediterranea ha preso il sopravvento sulla vegetazione illirica. In questa zona, sulle falesie strapiombanti nidificano due uccelli rarissimi: il falco pellegrino 
e il corvo imperiale.
Questa parte di sentiero è molto suggestiva; sono circondato da macchie di vegetazione, rocce, campi solcati
ed il mare placido aperto in lontananza sull'orizzonte.
A circa 1.300 metri dalla partenza il sentiero rientra nella pineta; qui arriva da sinistra, un altro sentiero proveniente dalla SS 14 in corrispondenza del Milk Bar o Bar Bianco (ottimo punto per un gelato o per rifornirsi di eccellenti formaggi); io proseguo dritto in direzione Duino. Il percorso ritorna sul ciglione, protetto da robusti parapetti in legno. 
Il mio sguardo resta rapito dal sottostante precipizio e dal colore dell'Adriatico.
Il castello che è sempre stato in vista lungo quasi tutto il percorso, ora è vicino circa un chilometro. Il colpo d'occhio è formidabile; la sua possente mole è un tutt'uno con il promontorio sul quale è stato costruito più di cinque secoli fa. 
Sono visibili le facciate che guardano a sud-est, l'alta torre romana e uno dei torrioni.
Riprendo il cammino con il sentiero che risale lievemente entrando in una fitta macchia di vegetazione dove tra le pietre trionfano la madreselva, il sommacco e l'edera spinosa sormontati da lecci e pini. Sulla sinistra si elevano alcune grandi rocce sulle quali gli agenti atmosferici si sono accaniti. 
Frequenti sono gli scorci che si hanno sul mare 
e sul castello sempre più vicino. 
Proseguendo si arriva all'ultimo belvedere del percorso raggiungibile abbandonando il sentiero per seguire una traccia e salendo una decina di gradini in cemento 
fino ad una piazzola in calcestruzzo che alloggiava un pezzo di artiglieria contraerei. 
Sulla destra c'è un solcato carsico molto scenografico e tormentato costituito da gobbe rocciose attraversate da scannellature e bucate da fori di dissoluzione. 
Il sentiero prosegue ora più agevolmente in discesa fino ad un prato recintato proprietà del Collegio del Mondo Unito. Sono ormai arrivato a Duino. Voltando a destra si arriva sulla strada che scende dalla SS 14 e porta al castello prima e al mare poi.
Consiglio di concludere la passeggiata con la visita al castello o con una gratificante discesa verso il pittoresco porticciolo di Duino, una autentica isola di serenità. 
E' consigliabile ritornare al parcheggio seguendo l'itinerario compiuto all'andata; questo darà modo di osservare il castello illuminato in controluce dalla suggestiva luce del tramonto.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Sempre emozionanti i tuoi post.Bravo trekker,se non altro,mi fai passeggiare in luoghi a me sconosciuti stando a casa.:-)(che male ai piediiiii:-))

redazione ha detto...

Cavolo Trekker...mi stava sfuggendo il castello di duino..ci devo andare, ci devo andare, per fortuna che c'è Trekker. ;)))

Trekker ha detto...

Caro Alberto,
se hai pazienza, quanto prima dedicherò un post a questo magnifico castello.
Se passi da queste parti fammelo sapere... magari organizziamo qualcosa insieme.
Buona serata.

maurig ha detto...

Trekker complimenti per la recensione, non sapresri dirmi se il sentiero è agibile anche per portatori di handicap in carrozzina?
Sarò in quegli splendidi luoghi dop ferragosto e mi piacerebbe accompagnarci un carissimo amico
grazie

Trekker ha detto...

Ciao Maurig,
purtroppo il sentiero non è agibile per i portatori di handicap in quanto segue la conformazione naturale del ciglione carsico che, per sua natura, poco si presta ad essere percorso da carrozzelle.
Se passi da queste parti, scrivimi le tue impressioni; mi farà piacere sapere cosa ne pensi.
Ciao.

Lorella ha detto...

Quest'anno prima di andare in Austria e volendo fare una tappa, ho deciso di soddisfare il mio desiderio di vedere Trieste, così lontana dalla mia città, da non consentirmi di organizzare un fine settimana.
Nel cercare notizie relative alla città sono incappata nel suo sito, e devo dire che mi ha così affascinata la passeggiata per il castello di Duino, che non solo ho prenotato un albergo nei paraggi, ma ho seguito passo passo i suoi suggerimenti.
Bellissima sosta !
Ovviamente mi sono innamorata di Trieste e del Friuli, e non mi sono fatta mancare una visita ad Aquileia!
Chissà, non potrò tornarci molto presto come vorrei, ma grazie dei suggerimenti preziosi !
Tornerò a consultare e a rubacchiare qualche idea dal suo blog....