Translate

Lettori fissi

Un piccolo diario che ha come filo conduttore il mio amore per la montagna e per i viaggi in genere... ma anche pensieri e riflessioni su quello che mi circonda perché il vero esploratore è colui che non ha paura di spogliarsi delle ipocrisie e aprirsi all'ignoto.

lunedì 16 agosto 2010

L'orrido dello Slizza

Anche oggi la mattinata si presentava incerta; nuvole minacciose si alternavano a schiarite improvvise. Cerco qualche meta che non preveda la salita in quota per evitare brutte avventure. La mia scelta cade sull'orrido del torrente Slizza. Non è molto distante ed è una cosa che non ho mai visitato. Nelle varie guide e depliant non viene quasi mai citato per cui non mi attendo grandi cose. 
Esco da Tarvisio in direzione dei Laghi di Fusine e subito incontro le indicazioni turistiche per l'orrido; le seguo e in breve, dopo aver superato la pista ciclabile Alpe Adria,  arrivo all'incrocio che vedete nella foto. 
Se c'è posto girate a sinistra e parcheggiate subito la macchina sulla sinistra altrimenti potete mettere la macchina lungo il ciglio della strada. 
Da qui parte una comoda e breve strada sterrata in un bosco di abeti 
che, in salita, porta ad un poggio sul quale, da più di due secoli, vigila un Granatiere di vedetta austriaco che scruta verso ovest, in direzione della minaccia dei Francesi guidati da Napoleone che si avvicinano a Coccau. 
Una imponente statua bronzea alta cinque metri a ricordo di tutti gli Austriaci caduti per fermare l'avanzata di Napoleone e la sua campagna antiasburgica.
Maggiori dettagli su questa importante pagina di storia li potete trovare presso il Museo Storico Militare delle Alpi Giulie a Cave del Predil.
La piazzola del monumento è il punto più elevato del percorso (766 m. s.l.m.) e proprio davanti al granatiere inizia il sentiero vero e proprio.
Realizzato nel 1874, il sentiero è stato percorribile fino agli anni '30 ed era molto conosciuto e citato in tutte le guide turistiche dell'epoca. E' dedicato alla memoria del conte Carlo d'Arco-Zinneberg, facoltoso signore con numerosi interessi morto durante una caccia al camoscio. Dopo il 1930, la scarsa manutenzione ha reso impraticabili i numerosi manufatti per cui il sentiero è stato abbandonato e la vegetazione l'ha progressivamente invaso fino a farlo scomparire quasi del tutto. Finalmente, nel 1999, dopo 70 anni di oblio, sono stati eseguiti lavori di recupero dell'antico itinerario che è stato ripristinato sul tracciato originario mettendone in luce i resti (la galleria artificiale, muri a secco, montanti dei parapetti in acciaio, scalini intagliati nella roccia).
Imbocco il sentiero che, piuttosto ripidamente, perde quota attraverso una lunga serie di gradinate immerse in un fitto bosco di conifere. 
I gradini sono piuttosto alti per cui è da sconsigliare a chi ha ginocchia doloranti o in disordine. 
In circa dieci minuti arrivo sulla riva dello Slizza dove il torrente piega in un'ampia ansa. 
Sono alla quota più bassa (673 m. s.l.m.). 
Il torrente scorre vivace.
Le sue fresche acque sono di un bel colore verde-azzurro e molto limpide; la cosa mi stupisce perchè con le abbondanti piogge di questi giorni mi sarei aspettato l'acqua più torbida.
Il sole è riapparso e pertanto ne approfitto per godere di questo angolo appartato.
Il torrente ha scavato questa meraviglia nei millenni andando ad incidere profondamente la roccia calcarea nei pressi di Boscoverde. L'ambiente risulta piuttosto singolare: le acque scorrono impetuose tra grossi massi in una gola con pareti rocciose strapiombanti alte oltre sessanta metri e coperte da vegetazione rigogliosa e molto varia. Il particolare microclima della gola, in alcuni tratti ombrosa e ventilata ed in altri molto esposta al sole, ha favorito la crescita di molte specie vegetali  che abitualmente è molto difficile trovare insieme in uno spazio così limitato. Tra le piante di alto fusto, abbarbicati lungo i ripidi pendii della gola si trovano il pino silvestre, l'abete rosso, il faggio, l'acero e il sorbo degli uccellatori mentre nel sottobosco si riconoscono il pino mugo e il crespino. A seconda delle stagioni il severo ambiente circostante è ingentilito dai colori del ciclamino, della dafne, della primula auricola e del raro ramponzolo di roccia.
Una piacevole "spiaggetta" solitaria mi spinge a sedermi e a far vagare i pensieri che scorrono veloci come i flutti del torrente che ho davanti.
Non ho più voglia di proseguire; il gorgoglio delle acque che si infrangono sui ciottoli bianchi della riva mi procura uno stato d'animo completamente tranquillo e rilassato. 
La suoneria del cellulare mi riporta alla realtà distogliendomi dalle riflessioni. Un saluto di un'amica e mi accorgo che il sole è stato nuovamente vinto dalle nubi. Ritorno brevemente sui miei passi e riprendo il sentiero risalendo la riva dello Slizza fino ad incontrare una prima passerella costruita a sbalzo sull'acqua per poter superare un tratto di roccia strapiombante.
Un tratto di sentiero in saliscendi 
conduce poi ad una seconda passerella a sbalzo sulla roccia e da qui, superato uno sperone roccioso, si scende nuovamente alla riva del torrente dove le acque scorrono tranquille, per risalire poco dopo di quota fino ad una galleria scavata completamente a mano all'epoca della realizzazione del percorso.
Uscito dalla galleria, attraverso una lunga scala in acciaio e legno, 
si sale sopra uno sperone roccioso a picco sull'acqua dove gli antichi costruttori hanno eretto una stele in pietra dedicata al Conte Carlo d'Arco Zinneberg. Sopra la mia testa, a 60 metri di altezza, si trova il ponte ferroviario in ferro della vecchia ferrovia Tarvisio-Lubiana da tempo dismessa; misura 63 metri di lunghezza da sponda a sponda e adesso accoglie la pista ciclabile Alpe Adria che segue il vecchio tracciato ferroviario.
Continuando sul sentiero ridiscendo sulla sponda passando al di sotto di un'ampia grotta 
per poi risalire, tramite un'altra scala, sul sentiero che, dopo una serie di passerelle lungo il fiume, risale il fianco della gola. Ora mi sto allontanando dall'acqua guadagnando rapidamente quota attraverso un serie di tornanti sicuramente più dolci di quelli percorsi in discesa. Un ultimo sguardo alla gola. 
In breve arrivo sulla pista ciclabile; a sinistra c'è il ponte descritto prima
mentre io mi dirigo a destra per poco meno di cento metri dove la pista si interrompe per immettersi sulla carrozzabile da cui sono arrivato con la macchina. Svolto a sinistra e dopo poco di nuovo a sinistra dove riprendo la macchina.
Devo dire che non credevo che questo sito fosse così bello e interessante; mi sento di consigliarvelo vivamente.

3 commenti:

Sissi ha detto...

Ciao Esploratore solitario e poetico.. per me dovresti scrivere una guida per escursionisti, visto la tua bravura in tal cosa! Complimenti percorso davvero interessante e anche il tuo modo di presentarlo. saluti

Isanna ha detto...

Ci stiamo preparando ad una settimana di vacanza in zona e cercavo qualcosa sull'argomento. Direi che la tua guida è perfetta e sarà sicuramente utilizzata! Grazie e buon trekking!

Trekker ha detto...

Bene, allora buone vacanze!!