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Lettori fissi

Un piccolo diario che ha come filo conduttore il mio amore per la montagna e per i viaggi in genere... ma anche pensieri e riflessioni su quello che mi circonda perché il vero esploratore è colui che non ha paura di spogliarsi delle ipocrisie e aprirsi all'ignoto.

mercoledì 19 maggio 2010

Il Forte Bramafam di Bardonecchia

Qualche anno fa, durante una memorabile vacanza trascorsa a Bardonecchia, ebbi modo di visitare il Forte di Bramafam.
Avevo casa nelle immediate vicinanze della fontana Giolitti dalla quale parte un bel sentiero in salita che, superato un ponte, prosegue a destra fino ad un bivio con le indicazioni per il forte;
qui si entra in un ombroso bosco fino alla Cappella di S.Anna dove si incontra la strada che sale al Forte.
Quindi con una bella passeggiata di 30 minuti si sale a questo interessante Forte.
Attualmente si può arrivare anche con la macchina dalla S.S. Oulx Bardonecchia prendendo il sottopasso della ferrovia prima di Rocca Tagliata; si supera il ponte e si prosegue fino alla Cappella di S. Anna dove si lascia l'auto per proseguire a piedi.
Quando giunsi quassù, la fortezza era chiusa al pubblico e un cartello informava che, all'interno, erano in corso dei lavori anche se non scorsi presenza umana.
Ebbi, quindi, la fortuna di visitarlo in tutta calma; in giro non c'era nessuno e questo rendeva il luogo ancora più suggestivo.
L'opera è la più importante fortificazione delle Alpi Cozie di fine '800, fu costruito tra il 1885 e il 1894 sull'omonimo rilievo che domina la conca di Bardonecchia, per controllare la Galleria del Fréjus e la linea ferroviaria Torino-Modane da eventuali puntate delle truppe francesi che non fossero state arrestate dai sistemi di autodistruzione interni del tunnel e anche per interdire con le artiglierie sotto cupola l'accesso in territorio italiano di eventuali truppe nemiche.
Nella costruzione furono adottate per la prima volta tecniche innovative, abbinando ad una tradizionale struttura in pietra una copertura in calcestruzzo,
nonché adottando, per la prima volta in Italia installazioni corazzate e armamento di nuova concezione: due installazioni di artiglieria in cupola della casa Gruson di Marburg da 120/21 (torre "A" e torre "B" costruite nella parte sommitale del rilievo roccioso, rimasero attive fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale) e quattro torrette a scomparsa con cannoni a tiro rapido da 57 mm. della stessa ditta tedesca sistemate ai vertici del perimetro del Forte con la funzione di garantire una efficace difesa ravvicinata.
Completavano gli armamenti una batteria di obici Skoda da 100/17 mod. 14, mentre nel magazzino delle artiglierie, affacciato sulla piazza d'armi, trovavano posto sei pezzi e quattro mortai tutti da 87 mm. che potevano essere schierati all'occorrenza. Infine, nel Bassoforte occidentale, sul lato che guarda la Valle Stretta e la Guglia Rossa, due cannoni da 149, disposti in barbetta, garantivano la sicutezza da un'ebentuale aggiramento delle difese della conca di Bardonecchia.
Una fortificazione di prim'ordine che, però, venne parzialmente disarmata nel corso della Prima Guerra Mondiale quando fu adibito a campo di prigionia per gli Austriaci che lavoravano in zona per la manutenzione delle innumerevoli strade militari e per la Galleria del Frejus.
Negli anni '30 l'opera venne integrata da due moderni centri di resistenza in caverna nell'ambito dei lavori per l'implementazione dell'imponente Vallo Alpino.
Il 21 giugno del 1940, nel corso dell'offensiva italiana contro la Francia, il forte, presidiato dalla 516^ Batteria della Guardia di Frontiera, fu bersagliato dalle artiglierie nemiche e dai bombardamenti aerei ma i danni subiti si limitarono ad alcune strutture esterne.
Nel settembre di tre anni dopo, venne occupato da un piccolo presidio tedesco che, per evitare possibili colpi di mano dei partigiani, minò accuratamente tutta l'area circostante. Fu abbandonato dai Tedeschi in ritirata solo nell'aprile del 1945.
Dopo l'ultimo conflitto, in ottemperanza alle disposizioni del Trattato di Pace, l'Esercito dismise la struttura, come molte altre del Vallo Alpino, abbandonola al suo destino. Seguì il saccheggio e la devastazione.
E' in queste condizioni che ho visitato questo Forte, silente sentinella di una delle più importanti vie di accesso all'Italia, luogo dalle suggestioni contemplative e meditabonde.
Dal 1995, grazie all'iniziativa dell'Associazione per gli Studi di Storia ed Architettura Militare, il Bramafam è rinato e nuova vita: un'area museale di oltre 2000 mq., una serie di attente ricostruzioni ambientali fatte rivivere da 110 manichini che indossano le uniformi del Regio Esercito, plastici di fortificazioni, artiglierie e materiale storico, hanno fatto diventare il Bramafam un museo unico nel suo genere.
Potete trovare ulteriori informazioni, calendari delle aperture e delle iniziative sul sito ufficiale del Forte.
La foto n. 1 è tratta dal sito icsm.it, le foto n. 5 e 10 dal sito bardonecchiafortificata.it; le rimanenti sono dell'autore.
Un caro saluto.

2 commenti:

Idefix ha detto...

ciao, sono capitato qui per caso ma ci tenevo a farti i complimenti per il blog. Ho letto tutto d'un fiato questo post che, alternando bene testo e immagini, mi ha fatto compenetrare bene nell'atmosfera del forte. Il bello dei blog è anche questo, scoprire posti e modi di raccontare che non avrei mai scoperto. Eppure i quelle valli ci sono stato spesso, am sempre e solo per sciare, mai d'estate, quindi quello che hai descritto è sempre coperto da uno spesso strato di neve!
Ciao e ancora complimenti

Trekker ha detto...

Grazie Idefix... molto gentile.