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Lettori fissi

Un piccolo diario che ha come filo conduttore il mio amore per la montagna e per i viaggi in genere... ma anche pensieri e riflessioni su quello che mi circonda perché il vero esploratore è colui che non ha paura di spogliarsi delle ipocrisie e aprirsi all'ignoto.

giovedì 19 febbraio 2009

L’orso bruno è pericoloso?

Sono tornato in Italia dal Libano per un paio di settimane di vacanza. E' chiaro che il mio pensiero adesso vola alle mie amate montagne e pertanto, nei limiti di tempo che mi sono concessi, riprendo a scrivere qualcosa in proposito.
Chi, come me, frequenta le montagne in passeggiate, molto spesso solitarie, è avvezzo a imbattersi in animali selvatici che le popolano più o meno frequentemente. 
Scoiattoli, marmotte, caprioli, cervi, stambecchi, camosci, aquile e molto più raramente linci, galli cedroni e forcelli aggiungono valore ad una escursione; avvistarli desta meraviglia, restiamo ad ammirarli in silenzio nel timore di spezzare un incantesimo. 
Ma che succede se ci troviamo alle prese con un orso? 
Chi conosce questo splendido animale dice che non è pericoloso; chi non lo conosce racconta cose terribili. Dov'è la verità? Cosa fare in caso di un suo (rarissimo ma possibile) incontro? 
Mi sono posto più volte questo interrogativo e finalmente ho trovato il sito della Provincia di Trento che ne parla diffusamente (www.orso.provincia.tn.it) e dal quale ho tratto alcune utili informazioni che propongo in questo post.
A partire dagli anni sessanta il settore orientale dell’arco alpino è stato ricolonizzato da esemplari provenienti dalla popolazione della vicina Slovenia, probabilmente grazie alla diminuita persecuzione da parte dell'uomo ed al miglioramento degli habitat (forestali) frequentati dall'orso. 
L’immagine dell’orso è normalmente positiva anche per il fatto che molti di noi, nell’infanzia, hanno avuto il proprio orsacchiotto da stringere, hanno ascoltato canzoni, favole e storie sull’orso “buono”. 
Effettivamente non è un animale aggressivo, anche se la grossa mole e la forza fisica lo rendono potenzialmente capace di ferire o uccidere una persona; gli attacchi (rarissimi) non sono comunque mai il risultato di un comportamento predatorio, ma piuttosto di autodifesa. E’ dunque fondamentale conoscere le sue abitudini e il suo comportamento per evitare inutili situazioni rischiose. 
I precedenti confermano la non pericolosità: in Italia, nelle Alpi e negli Appennini, non sono documentate aggressioni deliberate nei confronti dell’uomo negli ultimi 150 anni. In Austria, dove è stata realizzata una immissione di orsi sloveni, tra il 1989 e il 1996 sono stati registrati 516 casi di incontro, tra cui 5 “falsi attacchi”, ma senza alcuna conseguenza.
L’orso bruno non è pericoloso se non in rare e particolari condizioni:
1.  esemplari feriti
2.  femmine con i cuccioli 
3.  esemplari sorpresi su carcasse o altre fonti di cibo
4.  esemplari sorpresi all’improvviso, spaventati
5.  esemplari disturbati in tana 
6.  in generale, esemplari molto confidenti con l’uomo.
E’ importante ricordare che è assolutamente negativo e pericoloso sia per l’uomo che per l’orso cercare di attirare quest’ultimo con esche alimentari allo scopo di osservarlo, fotografarlo o filmarlo. Questo è vietato dalla legge e come tale è sanzionabile. Con questa pratica il plantigrado perde il timore nei confronti dell’uomo, associando anzi la presenza umana alla possibilità di reperire cibo in modo facile. In rari casi succede anche che questi comportamenti siano effettuati in buona fede, nella convinzione di “aiutare” gli orsi. Deve essere chiaro invece che alla lunga questi atteggiamenti finiranno col nuocere gravemente sia al singolo animale sia alla popolazione intera. Un orso che perda il timore verso l’uomo, che si avvicini a fonte di cibo di origine antropica mostrando una sorta di dipendenza, alla lunga verrà catturato e rinchiuso in cattività, nella migliore delle ipotesi, o addirittura abbattuto. 
L’orso è per natura un animale cauto e diffidente, specialmente con l’uomo, suo principale nemico. Quando lo incontra si comporta solitamente in modo schivo e timoroso e, come la gran parte degli animali selvatici, preferisce evitarlo. L’orso non attacca, se non è in qualche modo provocato. Bastano dunque poche semplici norme di comportamento per ridurre al minimo i già di per se improbabili rischi di aggressione.
Se lo si incontra a breve distanza.
Stare calmi e non allarmare l’orso gridando o facendo movimenti bruschi. 
Parlare a voce alta. Se l’orso si alza in piedi e annusa è solo per identificare meglio ciò che lo circonda, non è un segno di aggressività!
Se opportuno, tornare indietro lentamente, non correre. La corsa può indurre un inseguimento, come succede spesso con i cani.
Lasciare sempre all’orso una via di fuga.
Auguro a tutti gli amanti della natura. Buone passeggiate.

1 commento:

Cipputi ha detto...

La mia professoressa di italiano alle superiori era una specie di suffragetta dell'orso, si chiamava Bruna (non è uno scherzo!) e ci piaceva. Anche l'orso mi piace, almeno come idea. Abitando in Trentino ho seguito l'introduzione dall'inizio sloveno fino all'abbattimento bavarese dell'orso Bruno, che aveva sconfinato (ancora questo nome!) e poi al confinamento di Jurka (troppo intraprendente) e di JJ (stesso problema, probabilmente suo figlio. Ti lascio questo link al mio blog:
http://cipputiblog.blogspot.com/2010/09/proposito-di-orso-in-trentino.html
Io sono convinto che ben difficilmente un orso attacca per primo, se lo fa può essere perchè ha male interpretato il nostro atteggiamento. Tuttavia quella sera nel sacco a pelo ho pensato a come avrei reagito io: alto rischio di essere frainteso! Ciao!