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Lettori fissi

Un piccolo diario che ha come filo conduttore il mio amore per la montagna e per i viaggi in genere... ma anche pensieri e riflessioni su quello che mi circonda perché il vero esploratore è colui che non ha paura di spogliarsi delle ipocrisie e aprirsi all'ignoto.

giovedì 18 settembre 2008

Una cipolla per amica - Come vestirsi in montagna

Se guardiamo le immagini degli alpinisti cha andavano per montagne all'inizio del secolo scorso ci accorgiamo di come sono cambiati i capi di abbigliamento che ci consentono di affrontare in condizioni di confort le mutevoli condizioni climatiche tipiche del mondo alpino.
Camminando in montagna, le forti escursioni termiche e di umidità sollecitano severamente il corpo e richiedono livelli di protezione dal caldo e dal freddo adeguati. Il corpo, a sua volta, produce vapore acqueo e calore che devono essere necessariamente e correttamente smaltiti per garantire livelli di traspirazione e temperatura corporea ottimali.
La scelta dei capi da indossare quindi va vista sotto l'aspetto tecnico prima che estetico.
Le case produttrici di capi di abbigliamento sportivi hanno oggi a disposizione sia tessuti estremamente leggeri, traspiranti e resistenti (detti tecnici), che tecnologie di lavorazione sofisticate in grado di creare indumenti tali da assicurare il massimo comfort in tutte le situazioni climatiche.
Le uniche controindicazioni all’uso di capi da montagna sono di natura economica: chi deciderà di acquistare tali indumenti dovrà purtroppo investire una cifra considerevole per un corredo adeguto, ma ne vale assolutamente la pena.
Il criterio base del vestire in montagna è quello di indossare gli indumenti a strati sovrapposti (a cipolla); gli strati base sono tre, ognuno con una funzionalità definita.

1° strato - Intimo: riguarda gli indumenti a contatto di pelle i quali devono assorbire il sudore ed espellerlo nel minor tempo possibile. Devono essere morbidi, elastici, privi di cuciture che potrebbero determinare arrossamenti e vesciche. Il materiale più usato è il polipropilene, derivato dal PVC, refrattario all’acqua, elastico, morbido, resistente all'usura ed allo sfregamento, anallergico, antibatterico (previo trattamento). E’ infiammabile e (molto) costoso rispetto alla tradizionale biancheria intima in cotone o lana che sono decisamente sconsigliati. Mi sento di consigliare biancheria della ditta Odlo che ho avuto modo di apprezzare soprattutto in occasione di escursioni invernali con temperature molto basse.

2° strato - Isolante: indumenti intermedi ovvero pantaloni, maglioni e giacche, necessari a creare un’ulteriore barriera termica. Devono "lavorare" in sinergia con lo strato intimo raccogliendone e disperdendone l’umidità. I pantaloni devono essere sufficientemente refrattari all’assorbimento d’acqua, robusti senza però essere troppo rigidi. Maglioni e giacche assolvono la funzione di garantire la termoregolazione del busto, che è la parte del corpo più sensibile alla temperatura, quindi dovranno essere dotati di cerniere che consentano di aumentare o diminuire la superficie coperta in funzione della necessità di disperdere o trattenere il calore. 
I materiali maggiormente utilizzati sono: 
Pile - materiale sintetico morbido e leggero, con ottime capacità isolanti, facilmente infiammabile. Il Polartec, nelle sue varie versioni, ne rappresenta lo stato dell'arte. E’ usato principalmente nella confezione di maglioni, giacche, fodere di giacconi; 
Terinda – materiale robusto, dall'aspetto vellutato, antigoccia, rapido nell'asciugare. E’ il più diffuso nella fabbricazione dei pantaloni. 

3° strato – Protettivo: giacconi, sovrapantaloni, mantelle costituiscono i capi che devono proteggere dalle intemperie, impedendo all’acqua ed al vento di penetrare all’interno pur consentendo al vapore acqueo prodotto dal corpo di traspirare liberamente. Il giaccone tipo deve avere imbottiture asportabili, cerniere doppie, rinforzi nei punti più sollecitati (di norma gomiti e spalle), cerniere ascellari, cuciture impermeabilizzate, adeguato numero di tasche, cappuccio conformato in modo da non scivolare sugli occhi (quello del cappuccio che scivola è un problema diffuso che si risolve indossandovi sotto un normale cappellino con visiera larga impermeabilizzata con silicone). 
Il sovrapantalone deve essere facilmente indossabile senza togliere gli scarponi, con tasche accessibili anche con l’imbragatura. Il terzo strato è generalmente caratterizzato dalla presenza di Gore-tex, Windstopper  o membrane similari che hanno la caratteristica di formare una barriera nei confronti degli agenti esterni pur consentendo la normale evaporazione del sudore.

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