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Lettori fissi

Un piccolo diario che ha come filo conduttore il mio amore per la montagna e per i viaggi in genere... ma anche pensieri e riflessioni su quello che mi circonda perché il vero esploratore è colui che non ha paura di spogliarsi delle ipocrisie e aprirsi all'ignoto.

martedì 5 agosto 2008

Il Pyramidenkogel e Maria Worth

Trovandomi in vacanza a Tarvisio, un luogo di confine con paesi così diversi tra di loro; avendo già dedicato attenzioni alla parte italiana e slovena, rivolgo il mio interesse al versante austriaco puntando alla sponda meridionale del grande lago glaciale di Worth (Worthersee) in Carinzia.
E' quasi un' "operazione nostalgia" in quanto ero già stato in questi luoghi 22 anni fa quando, per una settimana intera, ho battuto a tappeto quasi tutta la Carinzia che, quindi, conosco molto bene.
Anche in questa circostanza, dopo una serata con un leggero temporale, la giornata si presenta tersa e quindi ideale per affacciarsi a qualche belvedere per consentire allo sguardo di spingersi lontano.
Dopo aver acquistato, prima del vicino confine, la vignetta adesiva per poter transitare sulle autostrade austriache, imposto sul mio navigatore Garmin la parola "Pyramidenkogel" e seguendo le sue indicazioni (ma non ne avevo bisogno), sono pronto a partire. Entro in autostrada a Tarvisio; è sufficiente seguire le indicazioni autostradali (verdi) per l'Austria. Se siete già in autostrada provenienti da Venezia o Trieste proseguite senza uscire ma ricordate di acquistare la vignetta nell'ultima stazione di servizio.
Attraversato il confine a Coccau, si prosegue in autostrada e nei pressi di Villach occorre seguire le chiare indicazioni per Klagenfurt e Vienna (Wien) trascurando quelle per Spittal e Salisburgo (Salzburg). Si esce dall'autostrada a Velden che è il paese più occidentale che si affaccia sul Worth. A questo punto si seguono le indicazioni per il Worthersee ed in seguito (ad una rotonda) quelle per Keutschach che ci consentono di evitare la strada che costeggia il lago; si prosegue fino a Keutschach am See dove nei pressi troviamo le indicazioni per il Pyramidenkogel. Se, invece, avete saltato l'indicazione per Keutschach e vi trovate sul lago di Worth dirigetevi sulla sponda meridionale (lo specchio d'acqua deve essere alla vostra sinistra) e proseguite fino a circa metà del lago prestando attenzione alle indicazioni; alla località di Reifnitz girate a destra abbandonando il lago e proseguite in salita fino ad arrivare a Keutschach dove troveremo quelli che invece hanno evitato il lago.
Qui, come scrivevo prima, ci sono chiare indicazioni per arrivare alla nostra meta che è oramai vicina; si imbocca una bella strada in discreta salita che, attraversando un bosco di pini neri, ci porta in poco tempo ai parcheggi dove lasciamo la nostra auto.
La giornata è splendida, con poche nubi candide che si rincorrono ma lo sguardo viene subito catturato dalla silhouette impressionante del Pyramidenkogel: una torre alta 54 metri con delle piattaforme in cima da cui si vedono affacciate alcune persone che salutano. Dal parcheggio saliamo a piedi il breve tratto che ci separa dalla base dell'edificio e siamo subito immersi in un allegro mercatino con alcuni locali per la ristorazione dove pochi biondi turisti, vestiti in maniera improponibile, ingurgitano quantità industriali di birra (non sono ancora le 10 del mattino).
Mi appresto alla cassa per acquistare il biglietto di accesso che costa 6 Euro; il cassiere mi propone, per ulteriori 2 Euro, anche l'acquisto di un bel pieghevole plasticato con l'illustrazione di ciò che si vede lassù, a giro d'orizzonte, con tutti i nomi dei punti caratteristici; lo stesso contenuto è riproposto in ingrandimento su una delle piattaforme della torre per cui, se non vi interessa avere un ricordo della visita, potete evitare questa piccola spesa. La torre è aperta da aprile ad ottobre con orari che vanno dalle 9,00 (Aprile e Ottobre 10,00) fino al pomeriggio inoltrato (in Luglio e Agosto fino alle 21,00).
Lasciata la cassa ci avviciniamo alla base della torre in attesa di entrare nell'ascensore che ci porterà in cima in poco tempo. Un ultimo sguardo in alto all'ardita e impressionante costruzione ci fa sentire piccoli ed insignificanti ma la porta scorrevole si apre e noi entriamo nel ventre della base della torre. Veniamo accolti, con della musica classica, in un elevatore che può ospitare fino a 16 persone e che in 24 secondi percorre i 43 metri che portano alla prima piattaforma aerea. Arrivati a destinazione la porta scorrevole si apre ed una intensa luce invade il cubicolo dell'ascensore, usciamo e ci affacciamo con meraviglia agli alti parapetti; lo spettacolo lascia senza fiato e non è possibile rendergli giustizia con una sommaria descrizione;
dopo aver contemplato per un attimo quanto si stende sotto i nostri piedi, lo sguardo si rivolge verso l'alto, dietro di noi, infatti, ci sono altri 11 metri con ulteriori due piattaforme raggiungibili da sicure scale aeree. Punto immediatamente alla piattaforma più elevata dove credo di essere rimasto per oltre un'ora ad ammirare la verde Carinzia.
La singolare costruzione è stata edificata tra il 1966 e il 1968 e le tre piattaforme aeree hanno una superficie complessiva di circa 250 mq. La zona in cui ci troviamo è situata nel cuore della regione dei laghi della Carinzia, tra il Worther See a nord e la valle dei laghi di Keutschach a sud. Aiutati dal pieghevole acquistato alla cassa (voi potete cliccare qui) riconosciamo a sud le pareti rocciose delle Caravanche dietro le quali si riesce addirittura ad individuare la lontana punta del Triglav, e poco sotto il lago Keutschach, ad ovest la Villacher Alpe, il gruppo del Goldeck e ancora oltre le Dolomiti di Lienz; a nord le montagne Nock e le Alpi della Gurktal, sotto il lungo lago alpino di Worth con in primo piano il paese di Portschach riconoscibile per la caratteristica isoletta di Schlangeninsel unita alla terraferma da un ponte, al centro del lago l'isolotto verde dei Cappuccini, poco più in basso, sulla sponda meridionale la pittoresca e minuscola penisola di Maria Worth che accoglie due linde chiesette e sulla estrema sponda orientale riconosciamo Klagenfurt, il capoluogo della Carinzia.
A questo punto faccio alcuni calcoli speditivi: alla base della torre abbiamo una quota di 851 mt. che aggiunti ai 54 della torre stessa fanno 905 mt.; il punto più basso del paesaggio credo sia la superficie del lago Worth che si trova mediamente a 439 metri s.l.m. per cui l'ultima piattaforma sulla quale ci troviamo domina la zona circostante per 466 metri. Niente male.
Tra foto, riprese con le videocamera e ulteriori riflessioni sono trascorse circa due ore: è tempo di tornare sulla terra. Riprendiamo l'ascensore e scendiamo per immergerci nell'atmosfera gioiosa del mercatino. Il tempo di curiosare tra le cianfrusaglie in vendita e mi raggiunge il profumo tentatore dei vicini ristoranti; mi accomodo ad un tavolaccio ed ordino speck, salame e formaggio alla piastra annaffiato dalla ottima Villacher Marzen (una birra chiara dal delicato aroma di malto) e concludo con uno strudel di mele.
Ritornato alla macchina, avendo tutto il pomeriggio davanti, decido di visitare la penisoletta di Maria Worth vista dalla torre. Seguendo le indicazioni per il Worther See in breve scendiamo sulla sua sponda meridionale e all'incrocio con la strada costiera giriamo a sinistra e procediamo per pochi km. Prima di arrivare alla nostra meta, è già possibile ammirare in lontananza la chiesa maggiore che si specchia sulle placide acque del lago; una breve sosta su un parcheggio riservato di un hotel per qualche foto suggestiva e poi di nuovo verso la meta che raggiungiamo in pochi minuti voltando a destra alle indicazioni per Maria Worth.
Lasciata l'auto in un comodo parcheggio a pagamento, ci inoltriamo nel tranquillo e minuscolo borgo sorto attorno alle due chiese. Quì tutto è silenzio e pace; il santuario è soggetto a lavori di restauro interni e non è possibile visitarlo ma la sua storia è comunque interessante.
Verso la fine del IX Sec. venne costruita una chiesa consacrata a S. Maria che accolse subito dopo le reliquie di S. Primo e S. Feliciano provenienti dal Vaticano. Per questo motivo la chiesa divenne un importante centro missionario. Nel 1155 venne eretta anche la Rosenkranzkirche (chiesa del Rosario). Nel 1399 entrambe le chiese andarono a fuoco e furono ricostruite nel XV Sec.
Molto bello è il giro esterno attorno al santuario per tre lati affacciato sul lago; così come tutto il perimetro esterno della penisola che infonde grande serenità; sono presenti nella piccola località alcuni alberghi dotati di ristorante ed una affollata gelateria affacciata sul lago di fronte all'imbarcadero.
l tempo, però, cambia velocemente e scuri nuvoloni coprono d'improvviso il cielo, dopo poco comincia a piovere per cui mi dirigo velocemente verso l'auto non prima di aver rivolto un ultimo sguardo in alto, alla sagoma scura del Pyramidenkogel che domina questa parte di Austria.
Il ritorno in Italia, sotto una pioggia battente trasformata in grandine per un breve periodo, avviene percorrendo la strada costiera in direzione ovest verso Velden fino ad incontrare le indicazioni autostradali per Villach. Da qui la strada è la stessa fatta all'andata.
Anche questa gita è stata estremamente piacevole e distensiva.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sono oramai sette (otto?) anni che trascorro le vacanze estive a velde, proprio io che dileggiavo chi andava in vacanza sempre nello stesso posto.
E' stato un'amore a prima vista quello tra di noi, sia con me che con la mia coppia di amici (coniugi) che erano con me la prima volta.
Posti incantevoli, grande educazione civica, disponibilità, quiete,serenità, il tutto accompagnato da panorami fantastici.
Ci tornerò anche quest'anno, rinforzando il mio non tanto celato disappunto per non poter realisticamente, come mio desiderio poter trascorrere lì il resto della mia vita.
umberto da brindisi

Trekker ha detto...

Benvenuto Umberto.
Certo Velden è un piccolo gioiello ma non è l'unico. Conosco abbastanza bene la Carinzia e prima o poi tornerò a scrivere sui suoi posti incantevoli in questo blog.
Torna a trovarmi.