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Lettori fissi

Un piccolo diario che ha come filo conduttore il mio amore per la montagna e per i viaggi in genere... ma anche pensieri e riflessioni su quello che mi circonda perché il vero esploratore è colui che non ha paura di spogliarsi delle ipocrisie e aprirsi all'ignoto.

domenica 31 agosto 2008

Il castello di Predjama

Nel parcheggio che serve la grotte di Postumia è possibile vedere le indicazioni stradali per raggiungere un luogo dalle suggestioni uniche nel suo genere: il castello di Predjama. Per arrivarci ci sono solo nove chilometri di strada panoramica che attraversa i margini della Conca della Pivka. La strada passa per l'interessante villaggio carsico di Veliki Otok per raggiungere il Betalov spodmol; qui e in altre grotte carsiche dei dintorni sono stati scoperti reperti di importanti abitazioni risalenti ad un periodo che va da circa 150.000 anni a.C. fino alla fine dell'Età della Pietra. Quest'epoca, nella letteratura specializzata chiamata paleolitico carsico, ha visto nascere una delle più antiche culture dell'Europa meridionale. Poco più avanti, ad un incrocio, la strada si unisce alla "strada degli alberi" che dall'interno della Slovenia, via Planina e Razdrto, porta verso il mare. Fa parte della rete viaria usata già prima dell'epoca dei Romani. Nel medioevo questa strada serviva per trasportare il legname dalle località slovene ai porti dell'Adriatico (da qui il nome della strada). Il percorso sale a Vrhe sul dorso di flysch dello spartiacque naturale dei fiumi adriatici e del Mar Nero. Dopo una curva a 90° a sinistra, se andate in inverno e quindi con le chiome degli alberi spoglie, potrete assistere ad uno spettacolo che difficilmente dimenticherete: di fronte a voi vi si parerà un severo castello medievale incastonato all'ingresso di una grotta il cui accesso è possibile dalla sola strada che stiamo percorrendo. 

Questo "nido", temerariamente costruito in una caverna nella parete a precipizio alta 123 m sopra il luogo dove si inabissa il torrente Lokva è un capolavoro dell'ingenuità medievale, del coraggio, dell'astuzia nella disubbidienza. Opera dell'intreccio millenario della natura e dell'improvvisazione umana nei momenti cruciali della vita. Una casa sicura in un ambiente pericoloso. 
Alla fine del 1990 durante le opere di restauro del castello, in una nicchia della cantina è stato scoperto il tesoro del castello del sec. XVI (custodito nel Museo nazionale di Lubiana). 
La storia di questo antico maniero che rasenta sempre la leggenda e affascinante ed epica e risale a molti secoli fa. Si suppone che il castello abbia ricevuto la sua forma originale nel sec. XII, mentre i primi docu­menti scritti conservati risalgono alla seconda metà del sec. XIII. 
In un primo tempo il Castello di Predjama era stato un feudo dei patriarchi di Aquileia, nel 1378 invece passò in proprietà agli Asburgo.
L'abitante più famoso del Castello di Predjama, Erasmo Lueger, visse nella seconda metà del sec. XV, nel castello rinascimentale non ancora completato. Il ruolo del castello allora era decisamente difensivo. Viverci non era molto piacevole, era però sicuro. Nelle lotte tra l'imperatore d'Austria Federico III e il re d'Ungheria Mattia Corvino, l'ineguagliabile e fiero Erasmo si schierò dalla parte di quest'ultimo. Quando l'imperatore fece decapitare un suo amico, Erasmo litigò con un parente dell'imperatore, uccidendolo. Per sottrarsi dalla rabbia del sovrano si rifugiò nel castello di Predjama e sfidò l'imperatore attaccando le carovane di commercianti che transitavano sulla strada tra Trieste e Postumia. Il castello a quell'epoca era soprattutto sviluppato nella caverna che si apre alle spalle dell'odierna costruzione. L'imperatore ordinò al luogotenente di Trieste, Gaspare Ravbar, di catturare Erasmo. La leggenda dice che nella folta coltre di neve, con l'aiuto dei suoi seguaci, Ravbar riuscì a rintracciarlo. Erasmo fu assediato per un anno ed un giorno, attaccato dalle palle di pietra, ma inutilmente; gli assedianti languirono per incapacità e rabbia, quando Erasmo gettò dalle mura del bue arrosto e delle ciliegie fresche. Gli assediati poterono resistere a lungo grazie all'esistenza nella grotta superiore di un cunicolo naturale e segreto di 38 metri che consentiva ai residenti di poter uscire all'esterno protetti da un bosco. Solo con l'aiuto del camerlango infedele, avido di zecchini e della posizione nella famiglia imperiale, Ravbar riuscì a vincere Erasmo. Quando Erasmo in una sera del 1484 - secondo quello che scrive lo storico della Carniola Valvasor - andò a fare quei bisogni "che neppure il sultano turco può fare tramite un messo", il servo infedele diede un segnale luminoso per mostrare la direzione alle palle in pietra. In quell'occasione le catapulte tolsero la vita al cavaliere predone. 
Secondo la leggenda, il cavaliere sarebbe sepolto sulla piazza di Predjama, accanto alla chiesetta del sec. XV, dedicata alla Marija Sedem zalosti, che oggi con gli affreschi restaurati è uno dei più begli esempi dell'architettura tardogotica in Slovenia. Sulla sua tomba cresce un imponente tiglio. La leggenda vuole che sia stato piantato dall'amata di Erasmo per ricordarlo. Per oltre un secolo nessuno ebbe più cura del castello. In seguito, per la sua pittoresca posizione e per la sicurezza che offriva agli abitanti, se ne interessò la famiglia Ko­benzl. Nel 1570, Giovanni Kobenzl, ambasciatore imperia­le a Roma e più tardi a Mosca, fece costruire a ridosso del Castello di Erasmo Lueger l'odierno castello rinascimenta­le.
 Questo evento é ricordato in due date scolpite una, del 1583, sul portale di entrata e l'altra, del 1570. su di un mu­ro del castello.
Nel 1810 il maniero fu ereditato dal conte Michele Coronini; nel 1846 il ca­stello venne acquistato dalla famiglia dei princi­pi di Windischgratz che rimasero proprietari fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Nei primi del sec. XVII, l'uscita segreta di Erasmo in una piccola foiba direttamente dietro i margini della parete a strapiombo di Predjama venne murata, perchè i ladri, servendosi di questo passaggio, entrarono nel castello e portarono via molti oggetti preziosi.  Dopo la seconda guerra mondiale gli speleologi di Postojna esplorarono e descrissero questo cunicolo roccioso. 
Oggi il castello è gestito dalla società Postojnska jama, turizem. 
Alla base del castello e della parete rocciosa sovrastante mi sento veramente un nulla e con queste sensazioni mi accingo ad entrare.
La visita è "commovente" per la bellezza e le sensazioni che ogni volta provo percorrendo i suoi ambienti, alcuni dei quali scavati nella viva roccia; nella quiete della campagna slovena vengo accompagnato da uno stillare, un gocciolare che prosegue con il ritmo asimmetrico del respiro della terra. Ascolto le gocce... il ritmo e il pensiero corre alla silenziosa connessione della storia del pianeta con quella dell’umanità, il loro intrecciarsi, la loro inseparabilità e alleanza. Aspiro il fiato che mi raggiunge dal sottosuolo e dalle foreste della Notranjska. Lascio la vita viziata dallo stile moderno per passare all'epoca tra il sec. XII e la fine del sec. XVI, quando non c'erano rubinetti e prese elettriche. Però si viveva anche allora: la vita era dura, crudele, pericolosa ma anche lussuosa, coraggiosa, lenta, peccaminosa, ma soprattutto naturale e, nonostante tutto, libera! Dopo profonde ricerche si è cercato di ricostruire il castello nella forma che per caratteristiche edili assomigliasse a quella che ebbe nel rinascimento all'epoca del suo proprietario Ivan Kobenzl. Si è cercato di definire la destinazione originale dei locali disposti su sei piani. 
Dalla piattaforma davanti al castello passo per il ponte levatoio e accedo all'atrio ad arcate (1), passando per la stanza del corpo di guardia a destra fino alle scale che portano ai piani superiori oppure sul cortile (38), nel quale è stato ripristinato il luogo per legare i cavalli. 
Al primo piano della torre rinascimentale d'entrata si trova un locale (2) che ospita la presentazione dell'evoluzione dell'edificio e delle opere di risanamento svolte al castello. Nel corridoio, da­vanti alla Sala N° 2, sono visibili le pulegge delle catene del ponte levatoio. 
La visita porta per le scale (3) al piano superiore, nella stanza (4) chiamata anche Sala di Erasmo con  un grande quadro ad olio che raffigura il cavaliere Erasmo Lueger, opera del pittore sloveno Loj ze Perko, mentre Boris Kobè dipinse ad olio il famoso assedio del castello del 1484. Su un'altra parete c'è un dipinto che risale al 1757 e che rappresenta il principe Joseph Windischgràtz, opera di G. Morzer. Sulla parete ci sono inoltre gli stemmi del casato di Erasmo, della famiglia Coronini, del Kobenzl e dei Windischgràtz. 
Nella stessa sala c'è anche una statua di marmo a mezzo busto del Conte Kobenzl del XVIII secolo, opera dello scultore Oliviero. I conti Coronini sono qui ricordati da una doppia fotografia del mezzo busto di Michele Coronini scolpito  dello scultore nordico B. Thorvaldsen. 
Si  sale per le scale nella soffitta (6) che nel passato ebbe un ruolo soprattutto difensivo.  Da qui
il nemico venne attaccato con le pietre, acqua bollente e pece cotta. Qui si trova anche un letto per le guardie. Si scende al piano inferiore e si passa lungo il balcone coperto (5). Si prosegue attraversando il nuovo ponte levatoio fino alla stanza che ancora alla fine del sec. XIX venne chiamata sala di giustizia (7); 
si prosegue nella stanza triangolare adiacente (8) una volta chiamata sala di tortura e dalla quale si può vedere parte di una grotta naturale (9) che nei tempi della ristrutturazione del castello sotto Kobenzl probabilmente serviva da prigione. Da qui la scala a pioli o una scala ripida portavano ai locali inferiori. A sinistra lungo la scalinata (10) si trova la sala centrale - sala da pranzo (25). dalla quale è accessibile (26) il piano superiore, la caminata. In fondo alla sala da pranzo si trova la cucina medievale (27) con camino. Il cunicolo al centro della cucina forse serviva da passaggio alla scuderia oppure al posto di difesa presso la finestra in mezzo alla parete a precipizio. La visita porta quindi nell'atrio del terzo piano (11) e per un piccolo locale, l'oratorio (l5a) fino ad una camera riscaldata (15) che alla fine del sec. XIX si chiamava la sala del principe, il locale più comodo e più sicuro per i signori del castello. 
Qui si sedeva, chiacchierava, riposava, amava e anche peccava. 
Accanto all'oratorio si trova la cappella del castello (16) con sedili laterali nuovi e una bella Pietà rinascimentale. Direttamente accanto alla cappella c'è la stanza del cappellano del castello (17), nella quale quest'ultimo pregava, scriveva la cronaca del castello e dormiva (mobili ricostruiti). All'angolo della stanza del cappellano si trova l'uscita che porta al doccione (l7a) che proteggeva l'entrata medievale del castello. A questo piano si possono fare due passi fino all'altana della terrazza (12) con vista sul villaggio. L'estremo annesso su questa terrazza è quel locale sfortunato (13) dove Erasmo sarebbe stato colpito dalla pallottola fatale. Sopra la terrazza c'è una grotta, un passaggio naturale che porta al secondo belvedere, già posto difensivo, in mezzo alla parete rocciosa (14). 
La visita procede al quarto piano del castello, destinato agli ospiti ed alla servitù. Qui c'è l'osservatorio coperto con un'ottima vista dei dintorni del castello (21); nel corridoio di collegamento c'è la campana (18), segue un'ampia soffitta d'entrata, una volta probabilmente era per il corpo di guardia del castello (20). Lungo la stessa anticamera si trovano, una sopra l'altra, altre due camere per gli ospiti (19) e (22) dove hanno luogo varie mostre temporanee. 
Accanto alla torre c'è un piccolo spiazzo con una passerella attraverso la qualle si entra nell'antico  castello si Erasmo. Un tempo qui c'era un ponte levatoio (23); oggi ne sono  rimaste
solo le pulegge in legno poste al lati dell'entrata in stile gotico. Nella grande Tana di Erasmo (Erazmova Luknja) nei secoli XIV e XV c'era un castello (24) di cui oggi è rimasto solo un muro esterno con una finestra ed un focolaio murato di grandi dimensioni. Salendo alla parte alta arriviamo alla terrazza superiore inerpicandoci su ripidi gradini. Qui si trova un pozzo di 6 metri di profondità che raccoglie l'acqua piovana proveniente dalle concrezioni. Il panorama che si gode dalla finestra nella roccia è veramente notevole. Dalla stessa terrazza sono pure visibili  le scale per le quali, durante la lotta di liberazione nazionale, salivano i partigiani per rifugiarsi nelle caverne. Qui si trova anche il già citato Cunicolo di Erasmo (Erazmoz rov).
E' questa la parte più antica e suggestiva dell'intero castello che si sviluppa nel cuore della montagna.
Si rientra per le scale lungo la caminata (15) e la sala da pranzo (25) fino al secondo piano, quindi lungo la cisterna (28) fino alla sala dei cavalieri (29). Da quest'ultima sono raggiungibili altri due locali interessanti: l'archivio per i documenti familiari (31) ed il canile per i cani da caccia (30), in basso sotto la sporgenza di roccia. Un piano estremamente importante, si potrebbe dire prettamente maschile. In queste stanze le donne non entravano. 
In fondo, a pianoterra, sotto tutti i locali menzionati, c'era solo la cantina del castello (36), la dispensa, e più avanti, lungo il corridoio, un'aula, forse destinata ai morti. 
Attraversando il cortile (38) e il vestibolo nella torre rinascimentale abbandoniamo questo meraviglioso castello nella roccia, arricchiti da un'esperienza nuova.   
Le visite al castello possono avvenire tutti i giorni secondo i seguenti orari:
gennaio, febbraio, marzo, novembre e dicembre dalle 10 alle 16;
aprile e ottobre dalle 10 alle 18;
rimanenti mesi dalle 9 alle 19.
Venticinque metri sotto il castello si aprono delle interessanti grotte turistiche.
Tutti gli anni nel mese di agosto, davanti al castello, si svolge la giostra di Erasmo con grande partecipazione di turisti e locali. Cavalieri e figuranti danno origine ad una animata kermesse dal sapore medievale con duelli, scontri, cortei, banchetti e altro.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Trekker,
che meraviglia. Ero stata in Slovenia ma non conoscevo l'esistenza di questo incanto.
Ho letto qualcuno dei tuoi post e mi hai fatto sognare le terre alte che tanto amo.
Complimenti e continua a scrivere di cose belle.

Raffaele ha detto...

Che bei ricordi mi ispira questo post!
Ma sai che tutte le persone che conosco che hanno visitato le grotte di Postumia si sono perse questo splendido maniero??
Raffaele

redazione ha detto...

Anch'io son stato al castello di Predjama, per ben due volte, ed è emozionante. Andatelo a visitare!!! Complimenti per il blog. Alberto

Trekker ha detto...

Pamela, continua a leggermi e spero che quello che scriverò sarà ancora di tuo gradimento.
Raffaele, in Slovenia c'è ancora tanto da vedere... ti aspetto.
Alberto, grazie per aver visitato il mio blog e mi associo al tuo consiglio.

Anonimo ha detto...

Ciao trekker
ti scrivo xchè; ho letto il tuo post sul castello di Predjama, proprio quest'estate l'ho visitato in occasione della giostra di Erasmo che anche tu hai citato, a questo proposito volevo chiederti se hai qualche sorta di informazione sui gruppi che prendono parte a questo spettacolo, e in particolare sui giullari che intrattenevano, io quest'anno sono andata con il gruppo degli sbandieratori..scusa la strana richiesta..nn so neanche chi sei...ma mi hai dato l'impressione di essere abbastanza informato sul luogo..comunque a parte questo devo farti i complimenti x i post devo dire che descrivi bene la pace che trasmettono quei luoghi! Grazie in anticipo!

Trekker ha detto...

Ciao Maya,
grazie per la visita. Purtroppo non posso esserti utile perché, pur avendo visitato il castello più volte, ho preferito evitare i periodi di massimo affollamento per godere appieno della suggestione dei luoghi. Tuttavia puoi chiedere informazioni all’Ufficio del Turismo Sloveno in Italia, tel. 02/29511187, fax 02/29514157, e-mail: slovenia@tin.it.
Grazie per i complimenti e torna a trovarmi.

Silvia ha detto...

Ho visitato il castello e le grotte di Postumia giusto 10 giorni fa, e sono rimasta estasiata da quei luoghi così ricchi di fascino!